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Aosta, 7 set. (askanews) – Un’Italia in cui nessuno dei suoi cittadini sia considerato “straniero”, “quale che sia la cultura, la lingua e la religione”; e un’Italia parte di un’Unione europea sempre più integrata, che possa così rendere “effettiva la sovranità nazionale” ed evitare che l’edificio europeo “crolli” sotto gli “urti degli eventi internazionali”. Rifuggendo dall'”inganno” e dall'”illusione” di chi dice che sia possibile tornare indietro. La visita ad Aosta per l’80esimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia, è l’occasione per il capo dello Stato Sergio Mattarella prima di attualizzare il dibattito che all’assemblea Costituente portò al riconoscimento del bilinguismo valdostano, e poi per riaffermare la necessità di procedere nel processo di integrazione europea.

“Il principio che l’Assemblea costituente affermava era esplicito: non potevano essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati nel suo territorio”. E dunque “non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e sia – la propria cultura, lingua, religione. Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Lo rende esplicito l’articolo 3”, ha spiegato Mattarella nell’intervento alle celebrazioni nel Teatro Splendor di Aosta.

Poi la visita all’Università e la lectio magistralis di Éric Carpano, docente di diritto pubblico presso l’Università Jean Moulin di Lione, forniscono lo spunto per affrontare il tema europeo. Con le due visioni che da sempre si confrontano in Europa: “Qualcuno che pensa che l’Unione sia un’utile cornice di collaborazione economica ma nulla di più, e chi invece ha sempre pensato, e continua a pensare, che l’Unione sia una comunità di valori che si aggrega intorno a questi e inevitabilmente cresce in un’integrazione sempre più intensa e concreta”. Non ci sono dubbi, per il presidente della Repubblica, su quale sia la strada percorrere, anche “per rendere effettiva la sovranità nazionale di fronte ai tanti problemi di dimensioni epocali che si pongono di fronte all’umanità, sempre più ampi, sempre più globali come dimensione e carattere: nessuna sovranità nazionale è in grado di affrontarle in modo efficace”. Dunque, ha proseguito il ragionamento Mattarella, “per rendere effettive queste sovranità nazionali occorre investire in quella europea”.

Poi il monito, forte: “Le genti di montagna sanno che quando ci sono difficoltà emergenziali, fortunali, calamità naturali, un edificio incompleto non può reggere, rischia di non sopravvivere. Il mondo è pieno di condizioni emergenziali, di difficoltà di grande rilievo, globali, e l’edificio va completato e non può a lungo restare incompleto perchè non reggerebbe all’urto degli eventi della vita internazionale. Questo non sempre si riesce a far comprendere: molti nell’Unione europea, in tanti paesi dell’Unione, forse in tutti, vengono illusi da chi pensa che si possa tornare a un’epoca d’oro del passato, che non c’è più, ammesso che fosse d’oro. Ma non c’è più, perchè il mondo è cambiato, la storia procede, illudersi che si torni indietro è un inganno, occorre procedere”.

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