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Uno degli scatti di Claudia Marone della sua campagna pro-allattamento al seno (qui a Matera; foto da facebook)

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Ma non si ferma la campagna della potentina Claudia Marone, che intanto ha sporto denuncia

POTENZA – “Ti invito a fermarti per non avere problemi visto che hai due figli e possono capitare incidenti strani”. Questo in sintesi il contenuto della lettera minatoria che giovedì mattina la fotografa potentina Claudia Marone, 40 anni, ha trovato nella sua cassetta per la posta spedita con tanto di francobollo da qualcuno che ben sapeva dove si trovava l’abitazione della donna.  Una lettera subito consegnata alla Polizia dove Claudia Marone ha presentato una denuncia.
Ma di fermarsi «non se ne parla proprio. Anzi. Continuerò ad andare avanti con più convinzione e più forza di prima», racconta al telefono.
Ma cosa sta facendo – e dovrebbe smettere di fare in base all’ “invito” recapitatole via posta –     di tanto  eclatante Claudia Marone?  Semplice: fermare il suo progetto “Io ciuccio dove mi pare”, la campagna di sensibilizzazione che la quarantenne potentina ha promosso, a partire dallo  scorso 7 ottobre,  in Basilicata  in occasione della “Giornata mondiale dedicata all’allattamento al seno”. Un progetto fatto di scatti – in tutto 200 – che ritraggono semplicemente delle donne mentre allattano al seno i propri figli. Un atto talmente naturale, quale può essere il respirare, che, purtroppo, dà fastidio a qualcuno. Un qualcuno che è andato addirittura oltre le offese già incomprensibili e assurde di per sé. Figuriamoci arrivare alle minacce. “Hai due figli e possono capitare incidenti strani”. Messo nero su bianco e indirizzato a una donna che proprio del “nutrimento” dei figli ha deciso di farne una battaglia.
«Battaglia – ha aggiunto Claudia Marone con un tono di voce tipico di chi sente di non star facendo nulla di male, anzi – che continuerò a portare avanti perché l’allattamento al seno non è altro che un gesto d’amore».
Un gesto d’amore che, però, ha scatenato odio. E se  “Io ciuccio dove mi pare” – che ora è in mostra a Matera – proseguirà l’11 novembre a Melfi e dal 18 a Potenza «io continuerò a portare avanti il mio progetto» che evidentemente per qualcuno non è «così naturale come dovrebbe, invece, essere».
E la «percezione di questa “innaturalezza” di alcuni l’ho avuta quando una donna del Potentino mi ha contattata per raccontarmi cosa le era accaduto: è stata invitata ad appartarsi  per allattare la figlia».
Dove è accaduto tutto questo? In una scuola dell’infanzia. Chi le ha detto, in pratica, di nascondersi? Una maestra. 
«Già è assurdo che certi fatti accadano in luoghi pubblici e a opera di uomini. Se poi, come è successo, avvengono in una scuola e rimproverare una mamma è una maestra allora davvero dovremmo cominciare a porci delle domande serie su dove la nostra società sta andando a finire».
Se oggi, più di ieri, c’è chi nel  guardare una madre che allatta – dove l’allattare può rappresentare non solo un nutrimento   fisico ma anche un nutrimento di valori –  vede qualcosa di osceno  allora il problema – perché di problema si tratta – è nella testa di chi guarda e di chi marchia una donna «intenta a fare – ha proseguito Claudia Marone – ciò che è insito proprio nella natura biologica».
E poco importa, poi, se di seni «ne sono piene le pagine e le copertine di riviste più o meno patinate». A destare scalpore, scandalo «e finto perbenismo» sono quelle madri che non fanno altro «che dare cibo ai propri figli». Perché questo è l’allattamento al seno. Mentre un adulto può tranquillamente «mangiare un panino per strada» un bimbo che piange perché ha fame dovrebbe, per alcuni, avere la  “decenza” di «zittirsi fino a quando la mamma non trovi un posto dove doversi nascondere per non turbare nessuno».  Altrimenti sono insulti o, come nel caso della fotografa potentina, addirittura minacce. Un proverbio, da molti erroneamente attribuito a Ennio Flaiano, recita: “La mamma dei cretini è sempre incinta”. Oggi, probabilmente, bisognerebbe aggiungere: e li allatta pure. Intanto “Io ciuccio dove mi pare” che dal 18 novembre sarà nelle vetrine dei negozi del centro storico di Potenza.
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