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Ambiente, 30,9 tra reati e violazioni per ogni chilometro di litorale lucano, la Basilicata terza per illegalità sul mare, peggio solo Marche e Friuli


ROMA La Basilicata è terza tra le regioni italiane nella speciale classifica del numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per chilometro di costa: sono 30,9. Peggio solo nelle Marche (38,9 reati per chilometro di costa) e Friuli Venezia Giulia (31,9). I dati sono contenuti nel Report “Mare Monstrum” di Legambiente. Illegalità ambientali su coste e mari italiani: nel 2023 sono stati 22.956 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, +29,7% rispetto al 2022. Insieme alle violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per chilometro di costa, uno ogni 119 metri. Ciclo illegale del cemento (10.257 reati, +11,2% rispetto al 2022), ciclo illegale dei rifiuti e mare inquinato (6.372, +59,3%), pesca illegale (4.268 illeciti penali, +11,3%) si confermano i reati più diffusi.

C’è anche la violazione delle normative che regolano la nautica da diporto: 2.059 illeciti penali accertati nel 2023, + 230% rispetto al 2022. A scattare questa fotografia è appunto il nuovo report Mare Monstrum 2024 che Legambiente ha presentato ieri alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione a Pollica (SA) del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità. Sono 25.545 le persone denunciate nel 2023, in aumento del 43% rispetto al 2022.

AMBIENTE E ILLEGALITÀ IN MARE, LA PROPOSTA DI LEGAMBIENTE

Cresce, però, l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8% sul 2022. Un reato su due (50,3%) si concentra in Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano nell’ordine, come numeri assoluti, la classifica regionale, seguite dal Lazio (1.529 reati) e dalla Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni figurano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Proprio questa regione è, invece, la prima come numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per km di costa (38,9), seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).

Di fronte a questo quadro, Legambiente ha lanciato ieri un pacchetto di dieci proposte che hanno al centro quattro macro temi: «lotta all’abusivismo edilizio e alla maladepurazione, il tema dei rifiuti e il contrasto della pesca illegale». «Anche quest’anno, a fronte dell’impegno quotidiano delle Capitanerie di Porto e delle forze dell’ordine contro l’aggressione alle coste e al mare del nostro Paese, con il nostro report Mare Mostrum – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle Arpa.
La nostra associazione, da sempre impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie a Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna ‘Spiagge e fondali puliti”, avanza dieci proposte a Parlamento e Governo per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale marino del Belpaese. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale».

IL PROBLEMA DEL CICLO ILLEGALE DEL CEMENTO

«Il ciclo illegale del cemento – commenta Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente»

Il ciclo illegale del cemento (dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge), con 10.257 reati (+11,1% sul 2022) rappresenta da solo il 44,7% di tutte le infrazioni accertate nel 2023. In testa alla classifica regionale c’è la Campania con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022, così come di denunce, 1.710. Segue la Puglia, con 1.442 reati (e 1.546 denunce), che ha anche il numero più alto di controlli (62.246) e di sequestri (368), la Sicilia (1.180) e la Calabria (1.046 reati, +20,1%).
Quinto posto per la Toscana (794), seguita dal Veneto, con 705 reati, + 28,6% in un anno, che scavalca il Lazio (617 illeciti penali). La Sardegna sale dal 15° al decimo posto, con 406 reati (+172,5% sul 2022), ma è anche la Regione con più arresti (7) e la prima per valore delle sanzioni, superando abbondantemente i 7,6 milioni di euro. Mare inquinato: dagli smaltimenti illegali di rifiuti alla “mala depurazione”.

AMBIENTE, CAMPANIA PRIMA PER ILLEGALITÀ LEGATA AL MARE, BASILICATA TERZA

Secondo l’analisi di Legambiente, il primo posto in classifica per illeciti di questo tipo spetta alla Campania anche se in flessione (-2,3%) rispetto al 2022: 1.047 reati, più del 16% del totale nazionale, accompagnati dal record di persone denunciate, 1.121, di arresti, 43, di sequestri effettuati, 561, e di sanzioni, il cui valore ha superato quota 108,6 milioni di euro. Al secondo posto si conferma la Puglia con 881 reati (+57,3% rispetto al 2022), seguita da Calabria, con 828 illeciti penali, +140,7%.
La Sicilia (722 reati, +111,7%) passa dal quinto al quarto posto, mentre sale in quinta posizione la Sardegna, che era undicesima nel 2022, a causa dei 580 illeciti penali accertati da forze dell’ordine e Capitanerie di porto, con un balzo in avanti del 417,9% in un anno. Legambiente ricorda che “la parte più significativa dell’illegalità si è concentrata nelle quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso, dove sono stati accertati 3.478 illeciti penali, pari al 54,6% del totale nazionale».

IL PROBLEMA DELLA PESCA ILLEGALE

Pesca Illegale. Analizzando gli illeciti in termini assoluti la Sicilia guida la classifica con 1.872 infrazioni, seguita da Puglia (1.264), Lazio (824) e Liguria (809). In Sicilia, Puglia, Campania e Calabria è stato accertato il 44,7% degli illeciti complessivi. Prendendo in considerazione i dati complessivi per km di costa, al primo posto figura l’Abruzzo con circa 5,5 illeciti per km, seguito dall’Emilia-Romagna con 4,7 illeciti, dal Veneto, con 3,6 illeciti per km di costa e dal Molise, con 3 reati ed illeciti amministrativi per km di costa.

Violazione codice di navigazione nautica da diporto: al primo posto della classifica regionale per numero di reati svetta la Sicilia, con 306 illeciti penali (+117%), seguita da Campania con 281 illeciti (+319,4%) e dalla Sardegna, che sale al terzo posto con 271 reati, +1.593,8%. Il Veneto supera nel 2023 la Liguria, diventando la prima regione per numero di illeciti del nord con 248 reati. In questa “categoria di Mare Monstrum”, sottolinea Legambiente, «l’incidenza dei reati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa è del 40,7%».

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