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Il luogo del naufragio di Cutro

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Naufragio di Cutro, la Capitaneria: «Il Roan non ci ha avvisati dell’avvistamento radar». La scoperta mentre sono in linea i carabinieri


CROTONE – Mentre a Steccato di Cutro, in una gelida alba del febbraio 2023, a un centinaio di metri dalla riva, i migranti schiantatisi contro quella maledetta secca urlavano, la Capitaneria di porto di Crotone veniva a conoscenza indirettamente, non dalla guardia di finanza ma dai carabinieri, non solo della tragedia che si stava consumando e che alla fine farà un centinaio di morti, ma anche dell’avvistamento via radar avvenuto mezzora prima.

Nella dettagliata informativa inoltrata dai carabinieri alla Procura di Crotone nell’ambito dell’inchiesta sui mancati soccorsi, viene ripercorsa anche la conversazione tra il capo in seconda Domenico Spanò (tra i sei indagati) del V Mrsc (italian maritime rescue coordination center: è il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera) di Reggio Calabria e il sottocapo Alessandro Ciccarone della Capitaneria di porto di Crotone.

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Sono le 4:24 del 26 febbraio. È l’addetto alla Sala operativa della Capitaneria di porto di Crotone a telefonare al V Mrsc poiché in contemporanea i carabinieri apprendono la notizia del naufragio. Inizialmente, il sottocapo Ciccarone chiede al collega del V Mrsc se fosse stato informato circa le novità sul caso dal Roan (Reparto operativo aeronavale) della guardia di finanza di Vibo Valentia. Spanò riferiva di essere a conoscenza che i mezzi della guardia di finanza erano rientrati.

In questo frangente, Ciccarone informava Spanò che era stato avvisato telefonicamente dai carabinieri di Crotone che avevano ricevuto una telefonata da un’utenza con numero internazionale che lo stesso Ciccarone si era fatto dare e che stava provando a contattare.
Ciccarone specificava al suo interlocutore che mentre egli conversava con i carabinieri, al telefono, in contemporanea, era in linea anche il Roan di Vibo Valentia che, solo in quel momento, riferiva che il “target” era stato battuto da un radar nelle acque antistanti Steccato di Cutro. Spanò si mostrava piuttosto sorpreso. Al punto che chiedeva maggiori delucidazioni al suo interlocutore, il quale, non essendo a conoscenza della presenza di un radar costiero della Guardia di finanza nella località Campolongo di Isola i Capo Rizzuto, credeva invece fosse localizzato da quello in dotazione della vedetta “V.5006”.

NAUFRAGIO DI CUTRO E AVVISTAMENTO RADAR, TARGET BATTUTO E NESSUNA ECO

Il primo aggancio a monitor del caicco Summer Love, con a bordo i migranti, da parte del Roan della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, attraverso il radar costiero di Campolongo, avviene alle 03:34’38”. Ma nessuna eco viene battuta dai dispositivi in dotazione della vedetta. Ecco i drammatici frangenti ripercorsi dagli inquirenti attraverso lo scambio di comunicazioni interforze.

Ciccarone:  «Dice che l’equipaggio ha battuto ‘sto obiettivo qua. Però loro sono dovuti rientrare per avverse condimeteo e che però non sanno effettivamente che cosa è, cosa non è. Nel frattempo, mentre stavamo parlando con i carabinieri, perché a noi ci hanno informato i carabinieri che avevano il Roan in linea, in contemporanea, hanno ricevuto una chiamata da un numero cellulare internazionale. Io sto provando a contattarlo, pure su whatsapp, ma non c’è risp… è irraggiungibile al momento. Ecco, adesso è tornato online, vediamo un po’ se mi rispondono … e niente. Mi hanno detto i carabinieri che stanno aspettando che si libera la pattuglia e che in dieci minuti dovrebbero mandarla in zona».

NAUFRAGIO DI CUTRO, UN BARCONE STA AFFONDANDO

Ciccarone precisa che l’obiettivo è individuato nella località Foce Tacina, a Steccato di Cutro, cerca di «beccare qualcosa» tramite le «telecamere di Skyline». La tragedia effettivamente si sta già consumando quando all’Imrcc di Roma, alle ore 04:34, giunge una comunicazione telefonica che segnalava l’emergenza. «Chiamiamo dalla fiumara Tacina… C’è un barcone che sta affondando», dice Ivan Paone, uno dei tre pescatori catanzaresi che si sono visti di fronte una scena da non credere.

L’operatore chiede: «il fondale com’è, sabbioso, no? Che tu sappia, due, tre metri». «Tre, quattro metri». «Tanto stanno arrivando i carabinieri», l’operatore tenta di rassicurare. Ma «stanno gridando qua in mare», segnala il pescatore. «Sta arrivando la motovedetta… stiamo mandando i soccorsi… il tempo di arrivare». Solo a quel punto, alle 4:37, il secondo capo Spanò fa uscire la vedetta della  Capitaneria di porto di Crotone che, per essere lì tra le 4 e 4:30, avrebbe dovuto mollare gli ormeggi alle 1:30. Viene mandata anche la pattuglia via terra.

MORTI CHE GALLEGGIANO E BARCA SPEZZATA

Alle 05:09 la situazione è tragica. «Senti, allora, la “300” (la motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone, ndr) ha appena mollato (gli ormeggi, ndr)… Mi sono sentito con il segnalante e mi hanno detto che hanno recuperato un paio dall’acqua e altri li stanno vedendo galleggiare morti. Così mi ha detto e poi ha dovuto chiudere. Io sto chiamando il 118 comunque, lo mando in zona».

Le comunicazioni si accavallano. Alle ore 05:13, giunge sempre al centralino della Sala operativa dell’Imrcc di Roma la chiamata di una donna, Soufi Nawal. «Ho appena ricevuto una segnalazione da parte di una persona che chiama con un numero di telefono tedesco. Dice che è in contatto con i suoi familiari a bordo di una imbarcazione partita dalla Turchia e che in questo momento vicino alle coste italiane ha avuto un incidente… Si sono ribaltati a causa di una roccia, hanno colpito una roccia. La posizione che mi ha comunicato è di circa un’ora fa, mi dice che l’ha presa un’ora fa ed è la seguente: 38».

Alle 05:25 l’operatore della Capitaneria di porto di Crotone informa il collega del Mrsc di Reggio: «mi hanno appena avvisato i carabinieri che stanno in zona…la barca si è spezzata, le persone stanno cadendo… stavano tutte in acqua, stanno cercando di aiutarli».
Spanò cerca conferma da Ciccarone: «Quindi tu hai parlato con i carabinieri e i carabinieri stavano parlando con il Roan?». E il sottocapo conferma: «In poche parole il Roan a noi non ci ha chiamato proprio». Spanò aggiunge: «A me il Roan però mi aveva chiamato alle quattro meno dieci per dirmi che stavano rientrando e basta».

NAUFRAGIO DI CUTRO, L’AVVISTAMENTO AL RADAR A STECCATO DI CUTRO

Spanò: «Dice che il Roan, poi ho chiesto, ho detto “Ma scusami, io sapevo che c’era un target da parte della Frontex a 28 miglia a Sud-Est” … E lui mi ha detto, mentre parlava con quello del Roan, che gli confermava che loro non lo avevano proprio individuato, ma lo avevano visto solo al radar e avevano visto… al radar prima di andarsene che stava verso Steccato di Cutro». Spanò: «Quindi, comunque, loro un possibile target in località Steccato di Cutro lo hanno battuto al radar». Ciccarone conferma con la consueta lucidità: «Tant’è che i carabinieri mi avevano detto “Molto probabilmente deve essere questo della Frontex! Vista anche la chiamata internazionale…”».

L’addetto alla Sala operativa della Capitaneria di porto di Crotone ha ben chiara una cosa: «Il Roan a noi non ci ha mai chiamato». Sta di fatto che, anche se fosse partita mezzora prima del naufragio, dopo la segnalazione del radar, la motovedetta della Capitaneria di porto non sarebbe mai giunta in tempo sul luogo del naufragio perché sarebbe dovuta partire almeno tre ore prima, col mare arrabbiato di quella tragica domenica di febbraio.

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