Il castello di Monteserico. Sullo sfondo la localizzazione prevista delle nuove pale eoliche
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Respinto il ricorso della Regione Basilicata sul silenzio-assenso invocato dai proponenti: la centrale eolica al Castello di Monteserico a Genzano si farà
LA MEGA centrale eolica di Serra Giannina, tra i comuni di Genzano e Banzi, si farà. Nonostante l’opposizione della Regione Basilicata, giudicata fuori tempo massimo.
Lo ha stabilito nei giorni scorsi il Consiglio di Stato respingendo il ricorso presentato dai legali di via Verrastro contro una precedente sentenza del Tar Basilicata favorevole alla ditta titolare del progetto, al Rwe Renewables srl.
La contesa risale al 2019, quando è stata presentata al Ministero della Transizione ecologica la richiesta di autorizzazione per la costruzione di 10 mega pale da 4,5 Megawatt di potenza, poi ridotte a 7.
L’INCOMPATIBILITA’ AMBIENTALE DELLA CENTRALE EOLICA A GENZANO
Durante l’istruttoria sulla pratica, infatti, il Ministero della cultura avrebbe espresso «parere negativo ritenendo l’impianto incompatibile con il contesto paesaggistico circostante il Castello di Monteserico», nel comune di Genzano. Mentre il Ministro della transizione ecologica si sarebbe espresso a favore. Di qui la rimessione della pratica alla presidenza del Consiglio dei ministri che a febbraio del 2022 ha detto sì, notificando il provvedimento alla Regione Basilicata.
La prima stranezza della vicenda si sarebbe materializzata proprio in questo frangente.
Da via Verrastro, infatti, evidenziano che la nota sul giudizio positivo di compatibilità ambientale rilasciato da Palazzo Chigi al progetto sarebbe «inviata a un ufficio diverso da quello competente a riceverla il quale ne veniva effettivamente a conoscenza soltanto in data 20 luglio 2022 per effetto di una comunicazione da parte della società ricorrente».
Il ricorso al Tar della Rwe Renewables
Solo a settembre 2022, quindi, dalla Regione sarebbe partita la convocazione di tutte le amministrazioni interessate nella “conferenza di servizi” prevista per valutare la concessione dell’autorizzazione finale del progetto. Autorizzazione che non sarebbe mai arrivata dal momento che a dicembre del 2022 la conferenza si è conclusa con esito negativo. Intanto, però, alla Rwe Renewables non sarebbero rimasti con le mani in mano, e avrebbero presentato un ricorso al Tar Basilicata chiedendo di annullare la convocazione della conferenza di servizi da parte della Regione perché successiva al decorso dei 60 giorni di tempo dal via libera di Palazzo Chigi che sono previsti dalla legge perché si consideri espresso il cosiddetto «silenzio assenso».
IL RICORSO ACCOLTO
Ricorso accolto con una serie di motivazioni appena confermate dal Consiglio di Stato.
«Deve (…) inferirsi – si legge nella sentenza – che – stante l’esaustività della relazione paesaggistica del proponente acquisita al procedimento, la tipologia delle richieste attivate dalla società istante (…) nonché l’ampia motivazione resa dalla delibera della Presidenza del Consiglio dei ministri sotto il profilo della tutela dell’interesse paesaggistico, ambientale, archeologico e del territoriale – l’autorizzazione paesaggistica (che la Regione rivendica come atto autonomo e successivo al silenzio assenso formatosi sull’autorizzazione unica, condizionante l’efficacia di quest’ultima) debba invece intendersi acquisita al procedimento».
I giudici di Palazzo Spada hanno anche ritenuto inapplicabile al progetto della mega centrale di Serra Giannina il vincolo paesaggistico introdotto dalla giunta regionale, sempre nel 2022, a tutela del paesaggio attorno al castello di Monteserico.
Nella conferenza di servizi regionale conclusasi col diniego dell’autorizzazione, e appena vanificata dalle pronunce di Tar e Consiglio di Stato, erano state diverse le motivazioni a sostegno del no.
LE MOTIVAZIONI A SOSTEGNO DEL NO SULLA CENTRALE EOLICA A GENZANO
«L’area – evidenziavano dal Ministero della cultura – è già interessata da un progetto di impianto eolico (Eusebio Energia Srl), su cui sia la Commissione Regionale per la Tutela del Paesaggio che la scrivente si sono pronunciate negativamente(…) L’impianto proposto da Eusebio Energia Srl, nella sua ultima versione, consta di 6 turbine eoliche i cui siti ricalcano in parte quelli dell’impianto in oggetto, come meglio dettagliato nelle premesse. Alla base del diniego il fatto che le turbine, in stretta correlazione visiva con il Castello di Monteserico e limitrofe ai due parchi eolici già in esercizio, se realizzate determinerebbero, per effetto selva, un evidente incremento dell’impatto paesaggistico sull’area circostante il bene monumentale”, circostanza verificata anche per l’impianto in oggetto, ancora più impattante dato il numero più elevato di turbine da cui è composto, come ampliamente documentato dall’analisi dei fotoinserimenti».
«Nell’area vasta di riferimento dell’impianto eolico di cui trattasi – avevano aggiunto dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio – sono presenti numerosi beni culturali e paesaggistici, puntualmente elencati e descritti dalla competente Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio con il parere sopra riportato, rappresentativi di specifici contesti paesaggistici che, nell’insieme, costituiscono la specifica qualità identitaria del territorio e la testimonianza della stratificazione storica del contesto ovvero la manifestazione del relativo paesaggio come oggi godibile».
Il progetto fuori scala rispetto al paesaggio rurale
Un’ultima considerazione, infine, riguardava il fatto che «la realizzazione dell’impianto proposto, con le notevoli dimensioni degli aerogeneratori, e delle opere infrastrutturali ad essi direttamente connessi, totalmente fuori scala ed estranei rispetto agli elementi strutturali del paesaggio rurale apporterebbe, inoltre, sostanziali modifiche ai paesaggi sopra descritti così come oggi percepibili anche dai diffusi punti di vista dinamici possibili lungo la rete infrastrutturale esistente nell’area vasta».
Questioni di un certo rilievo, insomma. Perdipiù condivise dalla Regione Basilicata che aveva sostenuto che per «l’intervento in esame non possono essere esclusi impatti significativi e negativi a carico dell’ambiente interessato».
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