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Orlandino Greco e Luca Zaia

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Orlandino Greco, sindaco di Castroilibero ed ex consigliere regionale “sfida” Zaia: “Venga ad amministrare un comune o una regione del Sud, un Ente al quale, grazie alla spesa storica, sono state sottratte ingiustamente risorse destinate ai servizi essenziali per i cittadini”

“PARTIRE dal Sud per ricostruire l’Italia” è il motto di Orlandino Greco, sindaco calabrese di un comune che ha nel nome la sua vocazione: Castrolibero. Un “villaggio” indipendente, fuori dagli schemi, senza padroni. Perché tra i tanti proprio questo sindaco e questo piccolo paese? Perché smentisce in un colpo solo tanti luoghi comuni che accompagnano il Mezzogiorno. A leggere i numeri verrebbe infatti da dire che Carlo Levi si è sbagliato: Cristo non si è fermato a Eboli ma è andato avanti. Diecimila abitanti, un territorio dove il verde è riuscito ad arginare il cemento. L’abusivismo in pratica non esiste. La scuola primaria è dotata di tutti o quasi i servizi, compreso la mensa esternalizzata ai privati e i bus bavetta per gli studenti. L’abbandono scolastico pressoché azzerato. Il reddito medio pro-capite di 21.000 euro rispetto ai 16.000 della regione.

Una zona “In” alla porte di Cosenza amministrata da un ex consigliere regionale (Lista civica Oliviero) che ha persino fondato un partito. Si chiama “Italia del Meridione”. Alle scorse politiche ha candidato i suoi esponenti anche all’estero, in Sudamerica ottenendo un sorprendente 4,1%.

“I nostri servizi sono di qualità, siamo stati il primo paese della Calabria ad avere un Liceo scientifico ad indirizzo sportivo con circa 1100 ragazzi iscritti – rivendica il primo cittadino – il primo comune ad avere un asilo comunale. E non siamo in dissesto né in pre-dissesto ma in equilibrio di bilancio”.

Magari avete anche un piano regolatore?

“Ho iniziato a fare il sindaco nel 2000, quando avevo 28 anni. E ho capito subito quanto fosse importante dotarsi di uno strumento urbanistico. Siamo stati anche il primo comune ad approvare una variante. La pianificazione è essenziale. Da noi non c’è una casa non finita. In caso di piccoli abusi siamo intervenuti con le ordinanze di decoro urbano. Negli anni ’80 i problemi c’erano stati ma li abbiamo superati. Qui le persone al loro territorio ci tengono. Tutt’al più ci può essere la veranda trasformata in cucina, cose così, di questo genere, ma noi vigiliamo anche su questo”.

Un’isola felice… ci sarà pure qualcosa che non va…

“Non sta a me dirlo: la nostra è una bella realtà, un luogo dove vivere tranquilli. Incidenza di furti bassa, con un sistema di controllo alle 6 entrate-uscite dal Paese. Abbiamo cura del verde e delle persone; facciamo una integrazione scolastica sin dalla scuola primaria; assistiamo i bambini, diamo un supporto agli insegnanti di sostegno. E stiamo pensando di realizzare un campo da golf”.

Nell’immaginario collettivo (e purtroppo anche nella realtà) rispunta sempre “Il ragazzo di Calabria”, che correva sui campi di grano perché mancavano le strutture sportive. Mancano la palestra e voi sindaco pensate al golf?

“Quando Franco Chimenti (presidente Federgolf, ndr) venne da noi disse: “Questa è la Calabria che non ti aspetti”. E infatti è proprio così. Noi abbiamo varato la “Calabria golf destination”, una legge che consente di realizzare in terreni agricoli campi da golf e di utilizzare il territorio per realizzare alberghi e resort. L’immagine del Sud si cambia anche così”.

La Sanità è un buco nero?

“Non abbiamo ospedali, abbiamo un poliambulatorio e alcuni importanti centri oncologici, l’Annunziata di Cosenza che non è distante. Ma certo, se le dicessi che la nostra gente non va a curarsi al Nord, starei mentendo”.

Con l’applicazione della legge sull’autonomia differenziata sarà anche peggio.

“Per quanto mi riguarda sono favorevole al regionalismo differenziato, nel senso che le regioni possano ampliare le loro competenze legislative secondo i dettami dell’art.116. Sul tema Italia del Meridione si sente guardiano di una corretta attuazione della Costituzione. Del resto non necessariamente la differenziazione legislativa deve riguardare per intero le materie differenziabili, bensì può interessare singole funzioni afferenti alle medesime. Vogliamo attuare il federalismo fiscale finito nel ripostiglio da 23 anni”.

Greco, lo dica al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

“Venga Zaia ad amministrare un comune o una regione del Sud per constatare quanto sia stato “confortevole” governare un Ente al quale, grazie alla spesa storica, sono state sottratte ingiustamente risorse destinate ai servizi essenziali per i cittadini. Venga Zaia ad amministrare al Sud dopo questa ennesima scellerata riforma che non prevede nuovi oneri a carico della finanza pubblica ma che al contempo annuncia il calcolo ma non il finanziamento dei Lep e non prevede il superamento della Spesa storica”.

Sindaco Greco, in attesa della risposta di Zaia, qual è quindi la soluzione?

“La soluzione ad oggi è realizzare la perequazione e nel frattempo stoppare le intese sulle materie non Lep. Non abbiamo paura di competere, siamo figli della Magna Grecia ma a condizione che si parta dalle stesse condizioni abbattendo i divari i divari Nord-Sud, di genere e di generazione. Per questo è nata “Italia del Meridione””.

Greco, siete antifascisti e post ideologici ma in Sudamerica il suo partito ha stretto un patto federativo proprio con la Lega di Zaia e Salvini alle ultime elezioni europee.

“La Lega è un partito centralista. Le candidature le decide Salvini, da noi le decide il segretario regionale, non c’è un vincolo ideologico. Nei comuni in Campania siamo alleati con il centrosinistra, in Calabria con il centrodestra. In Liguria stiamo stringendo alleanze con Italia Viva. Per noi contano solo i programmi e le esigenze dei territori”.


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