L'agriturismo Giglio di Crotone
1 minuto per la letturaIl Giglio era di proprietà di Pino Giglio, implicato nel processo Aemilia. Caduta e rinascita nelle parole dell’amministratore giudiziario
CROTONE – «Solitamente, quando si parla di sequestri, di sigilli di attività commerciali per mafia, si pensa subito al peggio, al fallimento e alla chiusura. Noi del ristorante Giglio, invece, siamo andati in controtendenza, e la struttura non solo è ancora in piena attività ma, ad esempio, quella appena trascorsa per noi è stata un’estate straordinaria».
A parlare è l’avvocato Rosario Di Legami, palermitano, nominato amministratore giudiziario dopo la confisca della struttura, originariamente di proprietà di Pino Giglio, implicato nel processo Aemilia. Lo stesso Giglio si è pentito, ottenendo nella recente sentenza, un dimezzamento della pena, passata da 12 a sei anni.
«Quando mi sono insediato – sottolinea l’amministratore – effettivamente ci sono state decine di disdette di prenotazioni già effettuate di banchetti di nozze, a causa della vicenda giudiziaria, con un calo della metà della clientela. Adesso, invece, abbiamo ripreso alla grande, recuperando sia clientela che prenotazioni, grazie anche alla fiducia che ci ha concesso la parte sana della società crotonese, che è la stragrande maggioranza». Una precisazione, questa, anche in virtù di una notizia uscita proprio ieri online a livello nazionale, nella quale, a detta del legale, sono stati attualizzati le disdette ed il calo di clientela, attribuendoli proprio al fatto che la struttura fosse di proprietà di un pentito.
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