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Presentato in Consiglio un disegno di legge a firma di Pittella e altri 3 membri dell’ufficio di presidenza per il raddoppio dei garanti alla Regione Basilicata


POTENZA – Il raddoppio dei garanti dopo l’aumento da 23 a 33 degli addetti alle segreterie dei vertici del Consiglio regionale. Con un taglio alle indennità riconosciute del 20% per minimizzare l’aggravio di spesa.
E’ questa la proposta avanzata nei giorni scorsi da 4 dei 5 componenti dell’ufficio di presidenza del parlamentino lucano, guidato dall’ex governatore Marcello Pittella (Azione), su sollecito del presidente della I commissione (Affari istituzionali), Francesco Fanelli (Lega).

IL DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO PER IL RADDOPPIO DEI GARANTI IN REGIONE BASILICATA

Tanto che lo scorso giovedì lo stesso Pittella ha firmato il suo terzo decreto presidenziale per sospendere per 90 giorni le procedure per l’elezione delle due figura attualmente previste dall’ordinamento regionale: il “Difensore civico e garante delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, questa la dizione completa; e il “Garante per l’infanzia e l’adolescenza e del diritto alla salute e dei diritti delle persone con disabilità”.
Dopo l’esaurimento del mandato iniziato ben due legislature fa, quando Pittella era ancora governatore, e poi più volte prorogato, di Antonio Fiordelisi e Vincenzo Giuliano.
Il disegno di legge a firma di Pittella, della vice Maddalena Fazzari (FdI), e dei segretari d’aula Viviana Verri (M5s) e Gianuario Aliandro (Fi), prevede la di visione delle competenze attualmente assegnate al difensore civico e al garante dell’infanzia. Fermo restando il sistema di elezione che prevede la maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio regionale, ai primi due scrutini, e la maggioranza assoluta al terzo.

Se mai verrà approvata la riforma, insomma, al parlamentino lucano spetterà nominare un difensore civico. Più un “Garante delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, un “Garante per l’infanzia e l’adolescenza”, e un “Garante del diritto alla salute e delle persone con disabilità delle persone fragili e degli anziani”.
La proposta dei 4 componenti dell’ufficio di presidenza del Consiglio, non pervenuto il solo Angelo Chiorazzo (Bacc), arriva a meno di 8 mesi di distanza dall’entrata in vigore dell’ultima riforma in materia, voluta dall’allora presidente dell’Assise, e attuale assessore regionale all’Agricoltura, Carmine Cicala (FdI).

L’ACCORPAMENTO, NEL 2020 PER IL CONTENIMENTO DELLA SPESA REGIONALE

A dicembre del 2020, infatti, era stato approvato un primo intervento legislativo. D’iniziativa dell’allora consigliere Massimo Zullino, ex leghista, poi transitato nel gruppo misto e candidatosi senza successo con Chiorazzo nella lista Basilicata casa comune. Intervento che accorpava, per «ragioni di contenimento della spesa regionale», il difensore civico, istituito nel lontano 1986, e il garante dell’infanzia, arrivato nel 2009, nell’unica figura del garante dei diritti della persona. Con l’estensione delle sue deleghe anche alla tutela dei disabili, e dei detenuti, su cui intanto altre regioni si sono attrezzate con l’istituzione di figure ad hoc. Come ricorda da 9 giorni, con il suo digiuno di protesta, il segretario dei Radicali lucani, Maurizio Bolognetti.

Nei 3 anni successivi alla riforma Zullino il nuovo garante dei diritti della persona sarebbe rimasto soltanto sulla carta. Mentre Fiordelisi e Iuliano continuavano il loro lavoro indisturbati.
L’ampiezza delle competenze riconosciute a questo nuovo super-garante e una serie di difficoltà politiche, d’altra parte, avrebbero compromesso sul nascere il suo destino.
Sicchè a gennaio di quest’anno approvata una seconda riforma, fortemente voluta da Cicala, che ha ripristinato il dualismo tra difensore e garante. Offrendo una poltrona in più alla mediazione tra le varie componenti del parlamentino lucano.

LA PROPOSTA DI RADDOPPIO DA 2 A 4 GARANTI COMPONENTI DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO IN REGIONE BASILICATA

Sempre se approvato il passaggio da 2 a 4 delle postazioni da assegnare, insomma, è probabile che si semplifichi non poco questa mediazione necessaria, almeno in una prima fase, per la loro elezione. Magari con la concessione di una postazione all’opposizione come avviene, per prassi, con le presidenze delle 4 commissioni permanenti istituite all’interno del Consiglio. Per quanto nel sollecito indirizzato all’ufficio di presidenza da Fanelli, si parli soltanto di una discussione in commissione da cui è emersa l’esigenza di «verificare la possibilità di (…) creare specifiche figure istituzionali per le complesse funzioni attribuite alle sole due figure attualmente previste, in considerazione anche del fatto che in altre regioni italiane sono previsti quattro soggetti di garanzia istituzionale».

L’INDENNITA’ AL 30%

Nel lontano 1986, quando è stato istituito, al difensore civico spettava un’indennità del 40% di quella riconosciuta ai consiglieri regionali, al netto di rimborsi per spese di missione, lievitata al 50% nel 2007. Stessa indennità riconosciuta, dal 2009 in pi, al garante dell’infanzia.
Anche per il mai decollato garante unico dei diritti della persona era prevista una indennità della metà di quella prevista per un consigliere regionale. Come pure per le due figure reintrodotte con la “contro-riforma” Cicala.
I 4 garanti previsti dal testo appena arrivato all’esame del parlamentino lucano, invece, dovrebbero vedersi riconosciuta un’indennità ridotta del 30% di quella di un consigliere regionale, pari a poco più di 21mila euro.
Fatti i dovuti calcoli, quindi, l’incremento di spesa complessivo rispetto alla situazione attuale dovrebbe essere sui 14mila euro. Sempre al netto di rimborsi per spese di missione.

Da conteggiare, però, ci sarebbe anche il maggiore esborso per la «struttura organizzativa», che dovrebbe assisterli nell’esercizio delle loro funzioni, «costituita, nell’ambito dell’organico del Consiglio regionale, con delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, che ne determina la relativa dotazione organica entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge».
Basti pensare che a oggi tra ufficio del difensore civico e garante dell’infanzia sono già applicate 4 persone.
I nuovi garanti dovrebbero durare in carica cinque anni e non saranno rieleggibili.

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