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Il Salone del libro di Torino è finito da alcuni giorni ma resta una coda giudicante. Soprattutto per la performance della Calabria che era ospite d’onore dell’evento. Quelli che ci sono stati hanno variamente commentato la presenza complessiva della regione alla manifestazione. Mettendoci dentro autori ed editori. E anche il vettovagliamento. Grande entusiasmo non c’è stato, a sentire i reduci. La stampa nazionale ha ignorato la Calabria. Residua un certo minimalismo di maniera. Sobrio e dignitoso. Poteva andare peggio. E, comunque, è fatta. Tuttavia, bisogna registrare, per una certa autorevolezza, la querelle avviata da Eugenio Scalfari contro Vittorio Feltri; apparsa sull’ultimo numero de L’ Espresso. Il fondatore di Repubblica ha scritto: «Mi ha fatto riflettere un articolo di Vittorio Feltri sul “Giornale”. E’ una stroncatura in piena regola del Salone torinese, reo secondo lui d’esser stato monopolizzato dalla cultura di sinistra e in particolare del Partito democratico di cui il Salone ha rappresentato (secondo Feltri) il pre-congresso». Se Feltri avesse visitato il padiglione della Calabria, organizzato dall’assessore Mario Caligiuri, uomo notoriamente di destra, avrebbe scoperto che tra gli ospiti c’erano Giorgio Albertazzi, Giordano Bruno Guerri, Pietrangelo Buttafuoco, Michele Cucuzza, Vittorio Sgarbi, Marcello Veneziani. Non proprio bolscevichi.
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