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Il luogo della strage di Cutro

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Atti della procura non ancora disponibili a due settimane dalla conclusioni dellinchiesta sulla Strage di Cutro. Gli indagati non conoscono il materiale probatorio. La difesa chiede il rinnovo dell’avviso di chiusura indagini


CROTONE – A due settimane dalla conclusione dell’inchiesta sul naufragio in cui sono morti un centinaio di migranti a Steccato di Cutro il 26 febbraio 2023, gli atti depositati dalla Procura di Crotone non sono stati ancora notificati agli indagati. Lo hanno segnalato alla Procura gli avvocati difensori Filly Pollinzi e Pasquale Carolei, che assistono alcuni degli ufficiali indagati. I legali chiedono pertanto il rinnovo della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini «al momento dell’effettiva ostensibilità degli atti» e lamentano violazioni del diritto della difesa.

Si tratta, infatti, di un corposo materiale probatorio che già nell’ordinarietà sarebbe difficile studiare nei canonici 20 giorni, termine entro il quale, dall’avviso di conclusione delle indagini, i diretti interessati hanno facoltà di chiedere di essere interrogati e produrre memorie difensive. In quei voluminosi faldoni che la cancelleria della Procura sta ancora masterizzando ci sono, tra l’altro, una quarantina di interrogatori dell’intera catena di comando. Ma anche la nuova perizia di Salvatore Carannante, l’ammiraglio in pensione noto anche per essersi occupato del caso Concordia, varie intercettazioni, perfino documentazione riservata soltanto consultabile.

STRAGE DI CUTRO: LA CONCLUSIONE DELL’INCHIESTA E GLI INDAGATI

Due settimane fa, come si ricorderà, il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia, e il suo sostituto Pasquale Festa hanno fatto notificare a sei ufficiali (quattro della Guardia di finanza e due della Guardia costiera) l’avviso di conclusione delle indagini per le omissioni nei soccorsi.
A distanza di un anno e mezzo dallo schianto del caicco Summer Love contro quella maledetta secca, si è chiusa l’inchiesta sul livello istituzionale, condotta dai carabinieri del Reparto operativo di Crotone parallelamente a quella contro i presunti scafisti, che ha già portato a due condanne a 20 anni di carcere col rito abbreviato, mentre pende il rito ordinario per altri tre imputati.

Sotto accusa, per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, sono finiti l’ufficiale in servizio al Roan (Reparto operativo aeronavale) di Vibo Valentia Antonino Lopresti, Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa, Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo, Nicolino Vardaro, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto, e agli ufficiali di ispezione della guardia costiera Francesca Perfido (Imrcc di Roma) e Nicola Nania (Mrsc di Reggio Calabria).
Gli indagati, però non conoscono ancora gli allegati menzionati nell’”avviso” nei quali è contenuta la ricostruzione accusatoria.

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