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Estorsione per un milione di euro a un noto imprenditore di Sant’Antonio Abate: blitz anti camorra contro il clan Fontanella, due arresti
NAPOLI – Il boss chiede un milione di euro ad un imprenditore: 2 arresti in provincia di Napoli. I carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 2 persone gravemente indiziate del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico Fontanella di Sant’Antonio Abate.
In particolare, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, insieme ad un complice, il boss Gioacchino Fontanella, ex killer di camorra con un passato da collaborare di giustizia, avrebbe richiesto ad imprenditori abatesi la somma di un milione di euro per consentire loro di proseguire nella propria attività commerciale. Una richiesta esorbitante, accompagnata da reiterate minacce. Decisive per le indagini sono state le denunce delle vittime, che hanno permesso di avviare subito le indagini e portare ai due arresti in meno di un mese dai fatti.
La vittima attesa al bar e minacciata: “Doveva essere ucciso già due giorni fa”. Con queste modalità, l’ex killer pentito aveva deciso di riprendere in mano le redini del clan Fontanella, imponendo il pizzo da un milione di euro all’imprenditore più in vista del territorio, perché anche consigliere comunale e suocero della sindaca. Gioacchino Fontanella, 57 anni di Sant’Antonio Abate (Napoli) è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, che lo hanno catturato in Sardegna, dove era residente. In carcere, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, è finito anche Nicola Mendola, 52 anni, guardia giurata che avrebbe accompagnato Fontanella nelle richieste estorsive.
Dalle indagini dei carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, l’identificazione dei due indagati ed un terzo uomo, attualmente a piede libero, grazie ai volti ripresi dalle telecamere di videosorveglianza e riconosciuti dalle vittime. Le minacce e le richieste del racket sarebbero avvenute più volte nel giro di due giorni a inizio luglio: prima in un bar, poi direttamente nella sede dell’azienda, con diverse “visite” in poche ore.
Gioacchino Fontanella è il cugino del boss Catello Fontanella, lui condannato di recente in primo grado per estorsione aggravata dal metodo mafioso. I due erano stati protagonisti di diversi omicidi di camorra tra fine anni ’80 ed inizio anni ’90 proprio a Sant’Antonio Abate, con il 57enne coinvolto anche nell’omicidio di una donna. Nel frattempo, Gioacchino Fontanella si era pentito ed aveva collaborato con la giustizia, tornando libero in via definitiva a fine 2023. In pochi mesi, il 57enne avrebbe tentato di riorganizzare il giro di estorsioni, come fatto prima di lui dal cugino boss Catello Fontanella, arrestato due anni fa.
“Ringrazio l’Arma dei Carabinieri e la Magistratura a nome di tutti i cittadini di Sant’Antonio Abate e di tutti gli imprenditori abatesi, che ogni giorno lavorano per migliorare la nostra comunità con sacrifici e impegno, nel rispetto di valori importanti come la Legalità”. A dirlo è Ilaria Abagnale, sindaca di Sant’Antonio Abate (Napoli), dopo l’arresto delle due persone per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso: l’ex killer pentito Gioacchino Fontanella e la guardia giurata Nicola Mendola.
“Ancora una volta – dice Ilaria Abagnale – la tranquillità della comunità abatese era stata minata da chi, con minacce e soprusi, voleva imporre il terrore a Sant’Antonio Abate. Ancora una volta, il coraggio di chi vive nella Legalità ha avuto la meglio sulle pressanti richieste della camorra. E, ancora una volta, la mia famiglia è stata in prima linea, con l’arma più potente che gli imprenditori e le persone oneste hanno: la denuncia. Oggi – prosegue la sindaca abatese – per Sant’Antonio Abate è un’altra giornata importante che segna un altro punto decisivo nella lotta contro le illegalità di ogni genere”.
“A chi, invece, in queste settimane ha vissuto i nostri stessi sentimenti di paura – conclude Ilaria Abagnale – chiedo di fare un passo avanti, di non indietreggiare, di denunciare, di avere fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura: lo Stato c’è ed è sempre accanto a chi denuncia. E la risposta è decisa, severa e immediata”.
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