Il luogo in cui era costretto a vivere l'immigrato
1 minuto per la letturaL’uomo era costretto a lavorare e a vivere in condizioni disumane
CROTONE – La Guardia di Finanza di Crotone nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 agosto ha portato a termine un’operazione, denominata “Radici”, che si è conclusa con la segnalazione all’autorità giudiziaria di un soggetto per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto caporalato.
Il bliz dei finanzieri calabresi della provincia pitagorica trae origine da una telefonata pervenuta al servizio di pubblica utilità “117” da parte di un cittadino extracomunitario. Infatti, a notte inoltrata l’operatore della sala operativa del Comando Provinciale ha raccolto telefonicamente la richiesta disperata di aiuto di un ragazzo pakistano costretto da giorni a lavorare all’interno di un’azienda agricola in condizioni lavorative ed in una situazione alloggiativa particolarmente degradanti.
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Grazie alla conoscenza della lingua inglese da parte del Finanziere operatore di sala, poche parole sono bastate per riconoscere la gravità della situazione e far scattare l’intervento delle Fiamme Gialle della Compagnia che, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone, dopo aver passato al setaccio una vasta area rurale a Cutro, rastrellando oltre 10 chilometri di territorio campestre, durante la notte, tra fitte vegetazioni, rovi, correnti d’acqua e canneti, riuscivano ad individuare il cittadino pakistano che ancora terrorizzato all’arrivo dei finanzieri continuava a pronunciare accoratamente “help me”.
Giunti sul posto le Fiamme Gialle rassicuravano lo sfortunato ragazzo extracomunitario confortandolo con rassicurante supporto psicologico avendo contestualmente modo di accertare la sussistenza manifesta di violazioni della normativa in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro a dir poco inappropriate. Immediata è scattata la denuncia per B.D., di anni 55, con precedenti per maltrattamenti sugli stranieri.
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