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Parigi, 27 lug. (askanews) – Si è chiusa con un trionfo di giochi di luce e un grande pallone volante, alimentato dal fuoco olimpico, la Cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi 2024. Un evento globale e globalizzato, contraddistinto da un dispiegamento enorme di forze e misure di sicurezza oltre che da una serie di scelte innovative. A partire dalla decisione di non sfilare in uno stadio, bensì lungo la Senna, su battelli dedicati alle varie squadre nazionali, attraversando per 6km la città. Una scelta che rispecchia il carattere diffuso di queste Olimpiadi parigine, con molte sedi nella metropoli, ma anche in tante altre città. Costruita intorno all’identità francese e alla sua vocazione da sempre plurale, immaginata per essere realmente alla pari tra donne e uomini, realizzata con un’idea fortemente televisiva (o comunque adatta alla visione su qualsiasi tipo di schermo, quasi più che dal vivo), la Cerimonia è durata oltre quattro ore ed è stata seguita nella tribuna presidenziale dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha poi proclamato ufficialmente aperta l’Olimpiade, e da decine di altri Capi di Stato, tra i quali anche il Presidente Mattarella.
La parata fluviale delle delegazioni – con quella italiana particolarmente vivace e trainata dall’entusiasmo di Gianmarco Tamberi (che ha pure perso la fede nuziale nel fiume), che con Arianna Errigo costituiva la coppia dei portabandiera – si è svolta per intero sotto la pioggia, in alcuni casi molto forte. Ma il maltempo non ha ridotto lo spettacolo, costruito in costante dialogo tra la presa diretta e le parti che erano state girate in precedenza, né è sembrato avere intaccato il buon umore degli atleti. Che però, complice la struttura della Cerimonia, alla fine si sono visti poco, solo per il tempo dei brevi passaggi in video delle squadre in ordine di partenza. A farsi vedere molto è stata invece la componente spettacolare dell’evento, che ha divagato tra la storia e la mitologia, ha dato moltissimo spazio alla danza, anche nelle sue accezioni più contemporanee, ha rinnovato la classica triade della Rivoluzione Francese – Libertà, uguaglianza e fratellanza – aggiungendole nuove parole, per esempio sorellanza, ma anche oscurità e solidarietà. In una vertigine di emozioni che hanno fatto da sottofondo allo spettacolo. La lunghezza si è fatta sentire soprattutto nella prima parte, poi il ritmo si è fatto più incalzante e il pubblico delle tribune al Trocadero è stato maggiormente coinvolto. Parlando di un progetto culturale che può essere solo mainstream nel senso più vero del termine – le Olimpiadi parlano a tutti, alla platea globale e nulla di meno – é stato interessante vedere come si siano inserite citazioni o rimandi colti, per esempio all’estetica del Surrealismo, quando accanto alla cantante che intonava “Imagine” di John Lennon c’era un pianoforte a coda che andava a fuoco mentre veniva suonato. Ma anche la grande mongolfiera che volava sospinta dal fuoco olimpico è parsa una citazione del Simbolismo di Redon, così come la corsa sulla Senna di un misterioso cavaliere e del suo cavallo, entrambi brillanti d’argento, ha fatto pensare sia a una visione onirica, sia a certe opere sulla velocità del Futurismo.
Accanto a questo, però, la cerimonia è stata anche puro spettacolo, pura società dello spettacolo, e naturalmente non sono mancate le dive: su tutte Lady Gaga e Celine Dion, la prima ha praticamente aperto la Cerimonia, la seconda la ha chiusa cantando proprio dalla Torre Eiffel mentre esplodevano i giochi di luce più sfrenati. E poi le leggende dello sport che sono salite sul palco: Zinedine Zidane, che ha ceduto la torcia a Rafa Nadal o Marie-Josè Perec, che ha poi fisicamente acceso il braciere insieme al judoka Teddy Riner.
In tutto questo la pioggia ha comunque pesato molto, rendendo più difficile la vita sia agli atleti e agli artisti, sia al pubblico. Ma quando poi si è vista l’immagine del Presidente Mattarella approssimativamente coperto da un impermeabile usa e getta, eppure sorridente ed entusiasta per la squadra azzurra, s è capito che anche la pioggia poteva passare in secondo piano. In secondo piano invece, per tutta la difficile giornata di ieri, non è mai passata la sicurezza. Moltissimi gli uomini schierati che hanno bloccato gran parte del centro cittadino e delle fermate dei mezzi pubblici rendendo particolarmente difficile soprattutto il deflusso dopo la cerimonia, con migliaia di persone costrette a sfibranti cambi di itinerario per via delle numerosissime vie bandite anche ai pedoni e l’unica stazione della metro effettivamente in servizio, all’Arco di Trionfo, letteralmente invasa. Ma da oggi, in un contesto che tutti sperano più tranquillo, si comincia finale e a pensare a gare e medaglie. (Leonardo Merlini)
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