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La sentenza di appello del processo Quinta Bolgia vede cadere le accuse di associazione mafiosa numerose le assoluzioni e le riduzioni di pena


LAMEZIA TERME – Cade in appello l’associazione mafiosa (sette le assoluzioni per questo capo d’accusa), pene ridotte per altri capi d’accusa minori, confische revocate e non solo.
La Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin) ha sostanzialmente ribaltato la sentenza di primo grado emessa dal gup di Catanzaro a settembre del 2021 che accolse le richieste di condanna del pm della Dda di Catanzaro, Chiara Bonfadini, nei confronti di 8 imputati (accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente aggravato dal metodo mafioso, illecita concorrenza con violenza o minaccia, abuso d’ufficio e peculato nonchè presunte condotte illecite nell’affidamento e nella gestione del “servizio autoambulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’Asp di Catanzaro) assolvendone 3, disponendo anche interdittive e confische di alcune società ritenute in odor di mafia.

La decisione di primo grado del gup Paola Ciriaco riguardava il processo svoltosi con il rito abbreviato scaturito dall’operazione “Quinta bolgia” che determinò anche lo scioglimento dell’Asp di Catanzaro per infiltrazioni mafiose (relativamente a presunte ingerenze della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte, tramite i gruppi imprenditoriali Putrino e Rocca, società di onoranze funebri e servizi ambulanze, all’ospedale di Lamezia nonché per presunte condotte illecite nell’affidamento e nella gestione del “servizio autoambulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’Asp di Catanzaro). 

QUINTA BOLGIA, LE DECISIONI DELLA CORTE NELLA SENTENZA D’APPELLO

La Corte d’Appello nella sentenza del processo Quinta Bolgia ha ora assolto Diego Putrino, 42 anni, Diego Putrino, 57 anni, Pietro Putrino, Silvio Rocca, Bernardo Ugo Rocca e Vincenzo Torcasio “Enzino” (questi ultimi due difesi dall’avvocato Antonio Larussa). Assolti anche perché il fatto non sussiste per un altro capo d’accusa Giuseppe Perri, difeso dagli avvocati Larussa e Pasquale Cristiano (ex dg dell’Asp di Catanzaro), Diego Putrino, 42 anni, Diego Putrino, 57 anni. I giudici della Corte d’Appello hanno anche escluso la responsabilità delle società Croce Rosa Putrino, La Pietà Putrino srl, Putrino Service srl e Rocca servizi perché l’illecito amministrativo non esiste. Rideterminate le pene per altri capi d’accusa minori (illecita concorrenza) a Diego Putrino, 42 anni, Diego Putrino, 57 anni e  a Bernardo Ugo Rocca a 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Ridotta la pena a Franco Antonio Di Spena a 2 anni, 5 mesi e 10 giorni; concede a Diego Putrino, 42 anni, e Bernardo Ugo Rocca la sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel casellario giudiziale. Revoca la pena accessoria dell’interdizione perpetua dei pubblici uffici e della misura di sicurezza nei confronti di tutti gli imputati nonché la pena accessoria delle indennità di disoccupazione, assegno sociale e pensioni nei confronti di Vincenzo Torcasio.

LE DECISIONI RISPETTO ALLE SOCIETÀ COINVOLTE

Ridetermina la pena pecuniaria inflitte alle società Croce Rosa Putrino, La Pietà Putrino srl, Putrino Service srl e Rocca in relazione all’illecito amministrativo contestato a un capo d’accusa in 51.600 euro pari a 200 quote per ciascuna di esse. Applica alle società Croce Rosa Putrino, La Pietà Putrino srl, Putrino Service srl e Rocca in relazione a un capo d’accusa le sanzioni interdittive della sospensione delle licenze per l’attività di onoranze funebri e di autoambulanze e servizi di assistenza domiciliare per la durata di sei mesi e del divieto di pubblicizzare beni o servizi per la durata di 1 anno e revoca le ulteriori sanzioni interdittive applicate.

Revoca la confisca dei beni e delle società e revoca le statuizioni civili nei confronti di tutti gli imputati per due capi d’accusa e per un capo nei confronti di Silvio Rocca e delle società Croce Rosa Putrino, La Pietà Putrino srl, Putrino Service srl e Rocca. Riduce il risarcimento del danno in relazione a un capo d’accusa a carico di Franco Antonio Di Spensa, Dietro Putrino di 42 anni, Diego Putrino, 57 anni e Bernardo Ugo Rocca in euro 8000 in favore dell’Asp di Catanzaro, 6000 euro ciascuno in favore della Regione Calabria e del Comune di Lamezia Terme e 4000 euro in favore dell’associazione antiracket Lamezia Terme. 

QUINTA BOLGIA, LE DECISIONI DI PRIMO GRADO REVISIONATE IN APPELLO

In primo grado, invece, Il gup aveva inflitto 2 anni e 8 mesi a Franco Antonio Di Spena “Tony” (assolto per altri capi), dipendente della Rocca servizi; 8 mesi (pena sospesa e non menzione) a Giuseppe Perri , ora assolto (all’epoca dei fatti dg dell’Asp di Catanzaro); 9 anni e 6 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Diego Putrino, 57 anni, amministratore della Putrino service srl; 9 anni e 6 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Diego Putrino (classe 67) socio al 95% e amministratore delle altre società legate alla famiglia.
Inoltre, 11 anni per Pietro Putrino, (e 2 anni di libertà vigilata) a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale; 9 anni e 2 mesi (e 2 anni di libertà vigilata), per Ugo Bernardo Rocca; 10 anni e 6 mesi (2 anni di libertà vigilata) per Silvio Rocca, socio unico e amministratore della società Rocca Snc; 9 anni e 4 mesi (e 2 anni di libertà vigilata) per Vincenzo Torcasio, «Enzino», dipendente della ditta Putrino (assolto per altri capi i).

Il gup aveva condannato anche – per gli illeciti amministrativi – alla sanzione pecuniaria di 206 mila euro (pari a 800 quote) per ciascuna società: La Pietà di Putrino srl, Croce Rosa Putrino, Putrino service, Rocca servizi e Pietro Rocca. Il gup aveva anche ordinato la confisca della Croce Rosa Putrino srl e Putrino service srl.

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Francesco Ridolfi

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