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I mercati dei contadini sono la carta vincente per rigenerare le economie dei Paesi più poveri e salvarli dalla crisi della fame
Mercati dei contadini carta vincente per “rigenerare” le economie rurali dei Paesi più poveri, a cominciare dall’Africa. I prodotti agricoli diventano sempre più commodity, i prezzi salgono, come accade per esempio per caffè e cacao, ma i contadini africani, asiatici e sudamericani sono sempre più poveri.
Per un euro di valore del cibo, al produttore del Sud America arrivano solamente 6 centesimi, secondo la denuncia della direttrice della Divisione America Latina dell’Ifad, Rossana Polastri.
Dall’America latina all’Africa fino all’Asia, di situazioni di estremo disagio per le popolazioni rurali ne sono state elencate moltissime, ieri, in occasione dell’Assemblea della “World Farmers Markets Coalition” (WorldFMC), alla quale fanno capo 70 associazioni in rappresentanza di 60 Paesi, oltre 200mila famiglie agricole e oltre 300 milioni di consumatori nel mondo.
I PROGETTI DI WORLD FMC
Per recuperare valore aggiunto nelle campagne, una delle strade indicate è quella dei mercati dei contadini che, grazie alla vendita diretta, riescono a incassare guadagni maggiori rispetto a quelli da fame riconosciuti dalle multinazionali che acquistano i loro prodotti. O, peggio ancora, che li assoldano con paghe irrisorie per coltivare gli ettari acquistati a basso costo.
E così si continua a perpetuare un vero paradosso. Le piccole imprese a conduzione familiare assicurano (dati Fao) l’80 per cento dell’approvvigionamento alimentare nell’Africa sub-sahariana e in Asia, ma ai contadini vengono riconosciuti pochi spiccioli.
È il prezzo di una globalizzazione che oggi non è più tollerabile, così come non lo sono gli 800 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame e i più di 3 miliardi a cui non è garantita la sicurezza alimentare.
La proposta del WorldFmc è di giocare sempre di più la carta dei mercati degli agricoltori. Non si parte da zero. Campagna Amica e Coldiretti sono in prima linea, in collaborazione con il ministero degli Esteri e d’intesa con Fao e Ifad per esportare nel mondo il modello dei mercati italiani. È partito il gemellaggio tra Campagna Amica e Coldiretti campana con la Camera di commercio di Alessandra di Egitto per avviare il primo mercato in quel Paese.
Ulteriori progetti della World Fmc – ha detto Carmelo Troccoli, direttore generale di WorldFmc – sono in corso con la Tunisia per la promozione dei prodotti della pesca attraverso la vendita diretta, slegando in questo modo i pescatori tunisini dal gioco dei grandi gruppi internazionali.
In Marocco, un Paese dilaniato dalla siccità, si lavora con i piccoli coltivatori locali per diffondere modelli produttivi sostenibili attraverso l’agroecologia.
AGRICOLTORI-SOLDATI
In Kenya – ha concluso Troccoli – grazie al progetto Mami (Mediterranean and African markets initiative), finanziato dal ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, gestito dal Ciheam di Bari con la World Fmc e il supporto tecnico di Fondazione Campagna Amica, è nata la nuova associazione dei mercati contadini e da settembre sarà operativa la rete dei farmer market che coinvolge direttamente le associazioni agricole locali.
Il ministro degli Esteri e della Cooperazione, Antonio Tajani, nel suo intervento ha ribadito l’impegno del governo a sostenere l’economia reale e quindi l’agricoltura, settore fondamentale per contrastare gli impatti dei mutamenti climatici.
«Gli agricoltori – ha detto – sono i nostri soldati in prima linea nella protezione dell’ambiente e vanno rimessi al centro: vogliamo con la prossima Commissione Ue politiche pragmatiche per l’agricoltura e l’industria». Tajani ha sottolineato l’importanza di un’azione come quella della WorldFmc finalizzata a valorizzare anche i sistemi agricoli dei Paesi africani trasferendo in quelle aree il saper fare italiano.
I MERCATI DEI CONTADINI PER SALVARE I MERCATI DEI PAESI POVERI: L’IMPORTANZA DEL PIANO MATTEI
«È importante – sostiene il ministro – fermare la fuga di quelle popolazioni dai campi e dalla pastorizia che spesso finiscono, come accade nell’Africa subsahariana, nelle fila dell’Isis». Per questo, dice, il governo ha riservato un’attenzione speciale all’agroalimentare nel Piano Mattei anche con i progetti di Coldiretti in Egitto e Tunisia per favorire la creazione di una classe imprenditoriale agricola.
Filiere agroalimentari centrali, dunque, per l’economia nazionale, e infatti saranno in primo piano anche al prossimo G7 del Commercio che si terrà anche questo al Sud, in Calabria, a Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
Ma saranno anche strategiche per la forte valenza sociale. I mercati che avvicinano le aree rurali alle città garantiscono cibo più sicuro e resiliente e possono offrire un contributo determinante alla lotta all’insicurezza alimentare in un mondo in cui serve sempre di più cibo. Che sia, però, sempre più equo e solidale.
Per il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, è anche una questione di democrazia fortemente connessa al cibo: «Chi sostiene le commodity è contro il processo democratico». Uno sviluppo delle popolazioni rurali delle aree più fragili del pianeta contrasta anche con i prodotti alimentari ultra processati e sintetici.
IL NETWORK IN ITALIA
Ecco, dunque, che la formula dei market agricoli è quella che meglio risponde alla necessità di valorizzare le produzioni tipiche e locali. In Italia il network di Campagna Amica (1.200 mercati e 6 miliardi di fatturato) è stato l’asso nella manica per salvare – ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – oltre 30mila aziende agricole, altrimenti condannate alla chiusura. L’organizzazione agricola propone dunque anche questa tra le soluzioni per un nuovo approccio di partenariato in Africa, in perfetta linea con il Piano Mattei.
Il modello dunque c’è, ma deve essere sostenuto con tecnologie, normative e politiche pubbliche, come ha sottolineato Adriano Campolina della Fao. Per esempio, la cancellazione della tassa sui mercati contadini di tutto il mondo chiesta da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico di Campagna Amica e di Univerde.
Per l’ex ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente è importante diffondere la cultura della multifunzionalità agricola, carta vincente dell’agricoltura italiana, e difendere il concetto di piccola agricoltura, che tra l’altro, rientra proprio nelle direttive della Fao.
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