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VIBO VALENTIA – Appena partito il processo relativo all’operazione Costa Pulita che già si blocca tutto per via dell’astensione del collegio giudicante.
I giudici, Lucia Monaco (a latere Giovanna Taricco e Pia Sordetti) infatti, hanno accolto le richieste della difesa e, malgrado l’opposizione del pubblico ministro Andrea Mancuso, hanno pronunciato la loro astensione.
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SULL’OPERAZIONE COSTA PULITA
Il processo trae origine dall’operazione Costa Pulita messa a segno nell’aprile del 2016 e riguardante le ingerenze della criminalità organizzata, nello specifico della cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi (LEGGI DI COME IL BOSS FACESSE DA INTERMEDIARIO NELLE CONTROVERSIE), nella gestione delle attività turistiche della costa vibonese (LEGGI LA NOTIZIA). Un’inchiesta particolarmente importante e di notevoli dimensioni che alla sua chiusura, nel gennaio 2017, ha portato all’emissione di oltre 80 provvedimenti di conclusione indagini (LEGGI LA NOTIZIA) a carico di altrettante persone e alla successiva richiesta di rinvio a giudizio per 82 persone tra cui anche l’attuale presidente della Provincia di Vibo Valentia e sindaco di Briatico Andrea Niglia (LEGGI LA NOTIZIA).
Il processo era quindi appena partito con il collegio giudicante che però si è è visto depositare nel corso della prima udienza una eccezione preliminare in base alla quale i legali Francesco Sabatino e Giuseppe Aloisi (quest’ultimo per conto del collega Francesco Calabrese) hanno chiesto i giudici di astenersi in quanto, secondo i legali, la presidente Lucia Monaco aveva già scolto il ruolo di giudice per le indagini preliminari in rogatoria con riferimento all’operazione Black Money (SCOPRI I CONTENUTI SU BLACK MONEY) di cui, secondo i legali, l’operazione Costa Pulita è la naturale prosecuzione emettendo la convalida dei fermi per diversi degli imputati. Anche i due giudici a latere, inoltre, secondo la difesa, si trovano in una posizione di incompatibilità per una ragione simile in quanto entrambe hanno fatto parte del collegio giudicante che si è occupato del processo Black Money. Se, quindi, il presupposto che i reati contestati in Black Money sono in diretta correlazione con quelli contestati in Costa Pulita viene accolto allora i magistrati hanno già espresso un giudizio sul alcuni degli imputati e, quindi, questa la tesi dei difensori, sono incompatibili.
A questa tesi, come detto si è opporto il pm Mancuso il quale ha evidenziato che pur se in correlazione i reati contestati tra le due operazioni sono diversi. Il Collegio, però, dopo una breve camera di consiglio, ha deciso di sposare la tesi difensiva dichiarando la propria astensione.
A questo punto affinché il processo possa progredire sarà necessario procedere alla formazione di un nuovo collegio giudicante, cosa questa che ovviamente farà dilatare i tempi di svolgimento del procedimento.
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