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Milano, 26 giu. (askanews) – Un progetto che si occupa dei vermi sonori, ossia quegli agenti sonori scoperti nella seconda metà dell’Ottocento che coercitivamente si insinuano nel cervello fino a diventare parassiti e innescare meccanismi cognitivi di controllo. Conosciuti già alla fine dell’Ottocento, i fenomeni furono successivamente definiti come vermi cerebrali di Oliver Sacks. I vermi sonori sono legati alla cultura di massa come la musica pop, pubblicità, videogiochi e sigle televisive. Abitano anche aeroporti, bar, negozi, palestre e centri commerciali, e sono caratterizzati da sequenze di melodie ridondanti e difficili da dimenticare. Riconoscere questi meccanismi è complesso, a causa di una debolezza generale, se una vera e propria assenza di educazione all’ascolto.
“Superimposition” è un progetto artistico di Polisonum, collettivo artistico composto da Filippo Lilli e Donato Loforese, che utilizza il suono come metodo di indagine e strumento per esplorare processi e metamorfosi legati al tempo presente.
“Superimposition” ha avviato un’analisi dei dati di oltre 10.000 brani musicali presenti nelle classifiche internazionali dal 2000 al 2022. Questa analisi – che è in base alla quantità e ripetitività della musica – è stata automatizzata con un apposito software sviluppato. La loro sovrapposizione generata matematicamente compone l’opera “Sovrapposizione”, una composizione in cui non è riconoscibile alcuna melodia. L’opera è concepita come atto performativo, una sfilata che rievoca antichi rituali in cui i performer e il pubblico diventa un corpo unico sul palco. Gli indumenti realizzati con tessuti fonoassorbenti, che sembrano abiti scultorei, sono stati presentati in una coreografia da sfilata di moda.
La drammaturgia scenica e sonora dello spettacolo è stata interpretata anche nella storica Cercle Cité di Lussemburgo, alla fine di aprile, con la curatela di Francesca Ceccherini e Anastasia Chaguidouline. “Superimposition” è sostenuto dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del ministero della Cultura italiano nell’ambito del programma dell’Italian Council (2023). Dopo un tour in molte istituzioni internazionali l’opera entrerà nella collezione del MAMbo – Museo d’Arte Moderna Bologna.
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