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Bruxelles, 18 giu. (askanews) – Niente conferenza stampa conclusiva, solo alcune dichiarazioni e alcune risposte di fronte a una folla di giornalisti in sala stampa, per spiegare perché il vertice Ue informale non ha preso decisioni oggi sui nuovi vertici delle istituzioni europee: perché in realtà non doveva prenderne, non era questo il suo scopo, si trattava solo di una discussione, un confronto per preparare le decisioni che saranno prese al prossimo Consiglio europeo formale, il 27 e 28 giugno.

Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha spiegato, poco dopo la mezzanotte, il mancato accordo dei leader dei Ventisette sui “top jobs”, ovvero la designazione del suo successore, del nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera comune, e soprattutto della candidatura per la presidenza della prossima Commissione europea, che dovrà essere approvata dal nuovo Parlamento europeo.

“Abbiamo appena concluso – ha riferito Michel – la riunione informale dei leader e, come sapete, abbiamo iniziato ascoltando il messaggio del presidente del Parlamento europeo. È stata anche l’occasione per ascoltare Ursula von der Leyen: ha condiviso con noi alcune riflessioni sul futuro dell’Ue. E poi abbiamo cenato con i leader”.

“È stata una buona occasione – ha continuato – per scambiare opinioni, per tenere conto dei risultati delle elezioni e preparare la riunione formale del Consiglio europeo che si svolgerà la prossima settimana qui a Bruxelles. È stata semplicemente una buona conversazione e, a mio avviso, va nella giusta direzione; ma stasera – ha ammesso – non c’è accordo, in questa fase”.

“I partiti politici – ha rilevato il presidente del Consiglio europeo – stanno svolgendo il loro ruolo. Questo è naturale, in questo momento particolare: hanno fatto delle proposte, avrò occasione nei prossimi giorni di lavorare su questo ulteriormente, e preparare le decisioni che dovremo prendere”.

“Vorrei insistere sul fatto – ha puntualizzato Michel – che è sempre stato molto chiaro che a giugno avremo due decisioni da prendere: una riguarda il ciclo istituzionale (ovvero i ‘top jobs’, ndr), ed è un argomento molto importante, tenendo conto dei risultati delle elezioni del Parlamento europeo; e un’altra decisione importante è l’agenda strategica dell’Ue, e abbiamo iniziato a lavorare su questi orientamenti molti mesi fa. Infatti abbiamo cominciato a Granada con la dichiarazione di Granada”, durante la riunione della Comunità politica europea nell’ottobre scorso.

“Ho avuto occasione qualche giorno fa – ha riferito ancora Michel – di inviare a tutti i colleghi le bozze con le proposte di agenda strategica. Sarà un tema all’ordine del giorno la prossima settimana, e sono fiducioso che si possa trovare un accordo anche su questi orientamenti, perché di fatto bisogna mettersi d’accordo sulla squadra e su un programma, che sarà costituito dagli orientamenti per il prossimo ciclo legislativo”.

A chi chiedeva se sia sicuro che ci sarà una decisione al prossimo vertice Ue, il presidente del Consiglio europeo ha risposto: “Posso dirvi, avendo fatto la stessa esperienza cinque anni fa, che so che è molto importante garantire la trasparenza e l’inclusività del processo, garantire che i 27 Stati membri si sentano coinvolti nel processo. E penso che sia mia responsabilità assicurarmi che tutti i leader abbiano lo stesso livello di informazione, lo stesso livello di comprensione. E questo incontro è stato importante per questo scopo. E questo mi dà fiducia, perché sento che, se c’è un certo livello di fiducia, questo è sempre utile per prendere una decisione”.

“Ricordo la notte in cui sono diventato presidente del Consiglio europeo, cinque anni fa, Donald Tusk (il suo predecessore, oggi primo ministro polacco, ndr) mi ha diede un ottimo consiglio. Mi disse: assicurati di lavorare giorno e notte per preservare l’unità dell’Unione europea e del Consiglio europeo”.

“Ecco, questo – ha proseguito Michel – è un momento speciale.
Perché? Perché in effetti c’è un ruolo per i partiti politici, e di fatto questo è in linea con il risultato delle elezioni europee; ma il Consiglio europeo è un organo importante e dobbiamo fare in modo che in futuro questo organismo sia in grado di garantire il più possibile l’unità dell’Unione europea”.

“Penso – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – che ci sia un dovere collettivo di prendere una decisione entro la fine di giugno. Ho sottolineato più volte pubblicamente questo punto, su questo non cambio idea. E’ un dovere collettivo: noi 27 leader dobbiamo lavorare molto duramente per garantire che ci siano le decisioni sul ciclo istituzionale e sull’agenda strategica”.

“In effetti – ha sottolineato Michel -, era assolutamente chiaro fin dall’inizio, e non era affatto una sorpresa, che lo scopo oggi non era quello di prendere una decisione; e comunque prendere una decisione avrebbe presupposto qualcosa di diverso in termini di procedimento formale. Questo è previsto per la prossima settimana. Questo incontro è stato pensato per offrire l’occasione di un approfondito scambio di opinioni, per essere trasparenti gli uni con gli altri, per condividere le priorità, le speranze, le aspettative: affinché tutti possano ascoltare tutti, un elemento molto importante nella processo decisionale.
Ed è per questo che l’obiettivo di oggi, di stasera, non era prendere una decisione”.

Infine, alla domanda se esista una maggioranza per il trio dei “top jobs”, von der Leyen (Ppe) alla Commissione, l’ex premier portoghese Antonio Costa (Socialista) al Consiglio europeo e la premier l’estone Kaja Kallas (Liberale) come Alto Rappresentante, Michel ha risposto: “Questo sarà chiarito la prossima settimana.
La conversazione di oggi è stata un passo utile per preparare il prossimo Consiglio europeo formale. La decisione – ha concluso – verrà presa lì, nel prossimo Consiglio europeo formale, che si terrà la prossima settimana”.

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