La questura di Reggio Calabria
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Nuovo colpo degli inquirenti nella caccia ai super latitanti di ‘ndrangheta. Dopo l’arresto di Giuseppe Giorgi (LEGGI TUTTE LE NOTIZIE e GUARDA IL VIDEO DEL SUO COVO) nelle scorse ore è stato arrestato a San Paolo, in Brasile il latitante della ‘ndrangheta calabrese Vincenzo Macrì, figlio del noto Antonio, leader carismatico dell’organizzazione criminale e in particolare del clan Commisso.
Secondo quanto reso noto dalla Polizia, l’arresto è avvenuto al termine di una serie di articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla rete dell’Interpol.
A localizzare e catturare Macrì sono stati gli agenti della polizia brasiliana.
Come è emerso dall’attività tecnica svolta dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione Acero Krupy Connection del 2015, per la quale deve rispondere di associazione mafiosa e di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, Macrì nell’entroterra pontino e in Olanda collaborava von Vincenzo Crupi nella gestione di importanti stabilimenti floro-vivaistici. In tale contesto, vennero registrate alcune conversazioni ambientali all’interno della società olandese “Fresh Bv” tra i due che forniscono anche un importante spaccato dei rapporti tra diverse fazioni della ‘ndrangheta reggina, radicate in Canada. Macrì ha già scontato negli Stati Uniti, dal 18 luglio 1989, a seguito di arresto avvenuto a Wilmington, dal Fbi per traffico internazionale di stupefacenti, una condanna protrattasi fino al 27 settembre 2002. Al termine delle relative procedure di estrazione dal Brasile, Macrì verrà condotto in Italia per essere sottoposto al regime di custodia cautelare in carcere.
CHI È VINCENZO MACRÍ
Vincenzo Macrì è nato a Siderno in provincia di Reggio Calabria nel gennaio del 1965, è considerato un esponente apicale della potente cosca della ‘ndrangheta dei Commisso operante a Siderno, Vincenzo Macrì era già stato proposto per l’inserimento nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno. Suo padre era il noto Antonio Macrì, leader carismatico della ‘ndrangheta calabrese, soprannominato per la sua caratura criminale “boss dei due mondi”, particolarmente influente anche oltreoceano, soprattutto in Canada e negli Stati Uniti, ed ucciso in un agguato a Siderno il 20 gennaio 1975, nell’ambito della prima guerra di ‘ndrangheta.
Vincenzo Macrì negli ultimi anni si era stabilito ad Aalsmeer (Olanda), dove – secondo la Polizia – gestiva gli interessi illeciti delle ‘ndrine di riferimento, ma era solito spostarsi, sotto falso nome, in vari luoghi per far perdere le tracce. La polizia lo ha individuato e rintracciato all’aeroporto di San Paolo del Brasile, diretto nella capitale del Venezuela, Caracas, dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità che però gli investigatori della Squadra Mobile reggina e dello SCO avevano scoperto e stavano monitorando.
IL COMMENTO DEL MINISTRO MINNITI
Soddisfazione da parte di Marco Minniti, il ministro dell’interno ha riconosciuto come «l’arresto di Vincenzo Macrì è un’altra importantissima operazione contro la ‘ndrangheta che si aggiunge agli arresti di altri pericolosi latitanti operati di recente dal lavoro straordinario delle Forze di Polizia». Minniti ha anche telefonato al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, per complimentarsi dell’operazione.
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