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Bari, 13 giu. (askanews) – Sorride, Volodymyr Zelensky, al suo arrivo a Borgo Egnazia. Da tempo sa che il G7 lavora per l’Ucraina. E i capi di Stato e di governo, riuniti in Puglia sotto la presidenza italiana, non tradiscono le sue attese. Le parole ascoltate da Emmanuel Macron, ieri sera, lo avevano già anticipato. Oggi il presidente ucraino ne ha ricevuto conferma: c’è “l’accordo politico” per un mega prestito di circa 50 miliardi di dollari garantito dagli utili generati dai fondi russi congelati dopo l’invasione russa del febbraio 2022. Tutti i Paesi del Gruppo contribuiranno al prestito. Ma non è tutto. Un aiuto concreto arriverà anche in via bilaterale da Giappone e Stati Uniti, con cui Zelensky ha firmato un accordo di sicurezza simile a quello stipulato con alcuni Paesi europei. “Documenti storici”, li definisce il leader ucraino che, prima di lasciare la Puglia, ringrazia Giorgia Meloni “per l’incontro produttivo” e “il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina”.

Zelensky, d’altra parte, è arrivato in Italia con l’intenzione ferma di porre sul tavolo poche ma precise questioni: “Lo sviluppo di una coalizione di aerei da combattimento, l’accelerazione nell’addestramento dei piloti ucraini e una stretta sui tempi di consegna degli aerei”. Per Kiev, la priorità assoluta è infatti lo sviluppo di un sistema di difesa aerea ucraino basato sui più potenti sistemi occidentali, con il contemporaneo aumento della capacità a lungo raggio. La sede odierna non è adatta a decisioni operative. Ma il consenso politico è unanime. Dal vertice di Borgo Egnazia, evento cruciale della presidenza italiana, emerge così “un messaggio molto forte” di unità, rivolto alla Russia e al suo presidente, Vladimir Putin: “Saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, conferma Ursula von der Leyen. E “non saranno i contribuenti europei a pagare per i danni causati da Mosca, ma i russi”. L’obiettivo è che i beni della Federazione russa “restino congelati per tutto il periodo del prestito” e ora che le linee principali sono state tracciate, i tecnici proseguiranno il lavoro per trovare le necessarie soluzioni normative “il prima possibile”.

Da parte sua, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato nuovi aiuti bilaterali “fino a 242 milioni di sterline” per sostenere l’Ucraina. Gli aiuti saranno destinati a “soddisfare i bisogni immediati” del Paese “in termini umanitari, energetici e di stabilizzazione” e “a porre le basi per la ripresa economica e sociale a lungo termine e la ricostruzione”. In particolare, l’obiettivo sarebbe quello di riparare “le infrastrutture energetiche critiche”, che hanno “sofferto dei missili e dei bombardamenti russi negli ultimi mesi”. Secondo il capo del governo di Londra, sarà necessario mostrare “determinazione e creatività” negli sforzi per sostenere l’Ucraina e porre fine alla “guerra illegale di Putin” in questo “momento critico”. E a questo proposito, il Regno Unito resterà in prima linea nella risposta internazionale, “come lo è stato fin dall’inizio”.

Ma Zelensky, che poco prima del suo arrivo al vertice aveva auspicato “decisioni importanti”, può dirsi soddisfatto anche per gli accordi stipulati a margine dei colloqui con il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente americano Joe Biden. L’intesa con Tokyo prevede che nel 2024 il Giappone fornisca all’Ucraina 4,5 miliardi di dollari e prosegua il suo sostegno per tutta la durata decennale dell’intesa. I fondi non saranno utilizzati per l’acquisto di armi – lo impedisce la Costituzione giapponese – ma saranno inseriti nel bilancio di Kiev. Dunque, assistenza alla sicurezza e alla difesa, aiuti umanitari, cooperazione tecnica e finanziaria, nonché sforzi congiunti sulla formula della pace. Inoltre, l’accordo implica sanzioni contro Mosca e sforzi atti a ritenere l’aggressore russo responsabile dei suoi crimini.

L’intesa con Biden, firmata in serata e confermata in una conferenza stampa congiunta, punta a tranquillizzare Kiev dopo alcune frizioni sull’assistenza militare americana. Prevede la consegna di aerei F-16 americani, ma non di altri sistemi Patriot. Gli Usa ne hanno già inviato uno all’Ucraina, e un altro sarà fornito prossimamente. Zelensky ne ha chiesti di più. “Abbiamo bisogno di sette Patriot”, ha evidenziato, rivolgendosi al suo interlocutore. In ogni caso, l’accordo siglato da Usa e Ucraina rappresenta il più significativo tra quelli che Kiev ha sottoscritto finora con i Paesi membri della Nato, con un impegno a lungo termine su “addestramento militare, condivisione di informazioni di intelligence e assistenza economica”. L’accordo renderà l’Ucraina “forte, sostenibile e resiliente”, ha spiegato Biden. Putin “non può dividerci, e staremo con l’Ucraina finché non prevarrà in questa guerra”, ha aggiunto.

Intanto, gli sherpa continuano a lavorare alla definizione del comunicato finale del vertice anche sugli altri temi in discussione. Secondo una bozza visionata da askanews, i leader confermeranno il loro “pieno sostegno all’accordo globale delineato dal presidente Biden” per la Striscia di Gaza, “che porterebbe a un cessate il fuoco immediato e al rilascio di tutti gli ostaggi” in mano ad Hamas. Rivolgendo un invito al gruppo estremista palestinese ad accettare l’intesa, i capi di Stato e di governo ribadiranno il loro fermo impegno per “la visione della soluzione a due Stati in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”.
(di Corrado Accaputo)

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