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Bruxelles, 5 giu. (askanews) – Peter Stano, il portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera comune dell’Ue, Josep Borrell, ha difeso con forza lo stesso Borrell oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, dalle durissime accuse che gli sono state mosse dalle comunità e i leader ebraici con una risoluzione approvata ieri dalla Conferenza annuale dell’Associazione ebraica europea di Amsterdam.

Secondo la risoluzione, “l’Alto Rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell ha dimostrato, sia prima che dopo il 7 ottobre, e attraverso il suo portavoce Peter Stano, un chiaro e ripetuto pregiudizio anti-israeliano”, e questo “ha contribuito in modo significativo all’antisemitismo in atto e alla denigrazione dello Stato di Israele nel suo insieme nello spazio pubblico europeo”. Borrell, inoltre è accusato di aver “attivamente favorito un clima negativo all’interno del Servizio per l’azione esterna dell’Unione europea nei confronti dello Stato di Israele durante il suo mandato”.

La risoluzione “ricorda” poi al Consiglio europeo e alla Commissione europea “che il ruolo dell’Alto Rappresentante è ‘contributivo'” e rileva che “Borrell ha spesso arricchito (’embellished’, ndr) di propria iniziativa le posizioni adottate dal Consiglio europeo”, anche “aggiungendovi” degli elementi, come nel caso comprese delle “critiche aperte alla presidente della Commissione europea che aveva dichiarato il sostegno a Israele dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre”.

L’Associazione ebraica europea, infine, “esorta il Consiglio europeo, alla luce del danno significativo” arrecato da Borrell “alle relazioni euro-israeliane e del suo contributo all’antisemitismo, a valutare adeguatamente il prossimo Alto Rappresentante”. Questo, conclude la risoluzione, al fine di “garantire che la posizione e la reputazione del Seae (il Servizio di azione esterna dell’Ue, ndr) non vengano sfruttate e manipolate per scopi di parte, come è avvenuto sotto l’Alto Rappresentante Borrell”.

“Respingo fermamente – ha esordito Stano, rispondendo alle domande dei giornalisti – qualsiasi accusa di antisemitismo contro l’Alto rappresentante Borrell, o di contribuire all’ondata di antisemitismo. Ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante, a nome dell’Unione europea, è cercare di raggiungere il consenso” tra gli Stati membri “quando si tratta di posizioni o azioni dell’Unione europea su eventi importanti, che rientrano nell’ambito della politica estera dell’Ue. E questo riguarda anche il conflitto a Gaza”.

“L’Alto Rappresentante – ha sottolineato il portavoce -non è prevenuto nei confronti di Israele; è preoccupato per la perdita di vite umane innocenti: durante gli attentati terroristici di Hamas del 7 ottobre, Borrell è stato molto chiaro e lo ha ripetuto innumerevoli volte; è preoccupato per la perdita di vite innocenti, per gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, alcuni dei quali purtroppo non sono più vivi; ed è preoccupato per la vita dei civili innocenti che vengono uccisi nel corso delle ostilità in corso a Gaza”.

Borrell, ha continuato Stano, “parla apertamente di questo, e cerca di trovare soluzioni, in modo che il ciclo di violenza sia finalmente interrotto, in modo che ci sia finalmente una risposta sostenibile alle legittime preoccupazioni di sicurezza sia dei palestinesi che di Israele”.

“Questo – ha rilevato il portavoce – non è antisemitismo; Borrell sta cercando, a nome dell’Unione, di avanzare e di formulare e formare un contributo dell’Ue per trovare soluzioni e risposte a tutte queste tragiche cose che stanno accadendo e per le quali le persone stanno pagando il prezzo più alto, con la loro vita.
Indipendentemente dall’etnia, dall’appartenenza religiosa o dalla nazionalità”.

Quanto all’accusa della risoluzione secondo cui Borrell si spingerebbe “di propria iniziativa” oltre le posizioni assunte unanimemente dai Ventisette, Stano ha replicato: “La risposta, molto semplice, è che sono gli Stati membri a giudicare se l’Alto Rappresentante stia oltrepassando o meno il suo mandato con il suo lavoro”. Borrell “agisce per loro conto, crea consenso tra loro, risponde a loro. Se qualcuno afferma che si possa far entrare qualcosa nelle conclusioni adottate dall’Unione europea su una determinata questione, ovviamente non sa come funziona l’Ue”.

“Nel campo della politica estera – ha ricordato il portavoce -, indipendentemente dalle opinioni private o da qualunque opinione di uno specifico esponente dell’Ue, sia esso l’Alto Rappresentante o chiunque altro, le decisioni, conclusioni e azioni dell’Unione europea sono decise all’unanimità, da tutti gli Stati membri. Quindi nessuno può imporre le decisioni o le azioni di politica estera dell’Ue a 27 paesi, a meno che non vi sia un accordo unanime dei 27 Stati membri”.

Oltretutto queste accuse “sono un po vaghe”, ha rilevato ancora Stano. “Ripeto, l’Alto Rappresentante è lì per parlare, agire per conto degli Stati membri e lavorare per andare avanti, per garantire che ci sia consenso da parte degli Stati membri dell’Unione europea su questioni nel campo della politica estera, di difesa e di sicurezza. Questo è ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante”.

“Gli unici a giudicare se oltrepassa o meno il suo mandato sono gli Stati membri ai quali risponde”, ha insistito Stato. “E finora – ha concluso – non ho visto alcuna dichiarazione da parte dei 27 Stati membri dell’Ue che affermi che l’Alto Rappresentante non sta facendo il lavoro che dovrebbe fare”.

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