Lo stabilimento Fiat Chrysler a Melfi (PZ)
2 minuti per la letturaAngelo Summa e Roberto D’Andrea (Fiom): «La Regione e le controparti si sono limitate a condannare il comportamento di “una mela marcia”»
POTENZA – “Venerdì scorso siamo stati convocati, insieme a Cisl e Uil, dal Presidente della Regione Basilicata circa i fatti criminosi che stanno via via emergendo sulle assunzioni fatte in Fiat e nell’indotto ACM a danno dei giovani lavoratori assunti in somministrazione ed a vantaggio di alcuni pseudo-sindacalisti”. Lo affermano Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata, e Roberto D’Andrea, segretario generale della Fiom Cgil Basilicata.
“All’incontro erano state invitate – spiegano i sindacalisti – anche le parti datoriali e, purtroppo, abbiamo dovuto constatare l’assenza sia delle agenzie di somministrazione, sia della Fiat sia del consorzio ACM delle aziende dell’indotto. La Regione, e le controparti presenti all’incontro si sono limitate a condannare il comportamento di “una mela marcia”.
Noi pensiamo che i comportamenti criminosi registrati (che con tutta probabilità non riguardano una sola mela marcia, come sostenuto da qualcuno) vadano perseguiti e condannati dalla magistratura, ma soprattutto riteniamo che le istituzioni non possono limitarsi alla sola condanna morale.
Pensiamo che la Regione, la Direzione territoriale del Ministero del lavoro, l’Ispettorato, tutti quelli che hanno responsabilità di governo e di indirizzo delle politiche del lavoro devono adoperarsi per controllare il rispetto dei criteri di trasparenza e della piena applicazione delle leggi e dei contratti collettivi nazionali. Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto il 31/5/2015 un accordo di bacino con le agenzie interinali per il diritto di precedenza sui nuovi contratti per tutti quei lavoratori che hanno lavorato almeno sei mesi a San Nicola di Melfi, attraverso la creazione di un elenco con i nominativi dei lavoratori. Questo accordo ancora oggi non viene rispettato dalle agenzie. Perché? Perché altrimenti questi lavoratori uscirebbero dal ricatto a cui sono sottoposti? Perché potrebbero affrancarsi dai caporali? Perché avrebbero un diritto oggettivo e smetterebbero di dipendere, per il rinnovo dei contratti, da qualche pseudo-sindacalista?
Come Cgil e Fiom Basilicata pensiamo che vada richiesto un osservatorio permanente alla Prefettura. Perché occorre uscire dalle sole denunce sui giornali e bisogna cambiare realmente il modo in cui funzionano le cose, perché l’utilizzo di queste forme di lavoro e funzionale soltanto alle necessità aziendali di FCA e delle aziende dell’indotto: trasparenza, fine dei ricatti, diritti sul lavoro. Per questo ci siamo battuti sempre, per questo continueremo a batterci”.
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