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Roma, 29 mag. (askanews) – Il Pd ha chiesto “l’immediato stop” dell’esame della Camera del ddl del Governo Calderoli per l’Autonomia differenziata fra le regioni perchè “è incostituzionale e non garantisce equilibrio bilancio dello Stato”, ai sensi dell’articolo 81, alla luce dei pareri acquisiti dagli uffici di Montecitorio.

“Il ddl autonomia è incostituzionale perché viola l’articolo 81 della Costituzione che assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio dello Stato”, si legge il parere negativo della commissione Bilancio della Camera presentato dal gruppo parlamentare del Pd alla vigilia della discussione in aula del provvedimento governativo promosso dal ministro Calderoli.

“Il Mef ha chiaramente detto che non è in grado di quantificare gli impatti economici dell’autonomia differenziata – sottolineano i democratici – e questo sarebbe sufficiente a interrompere immediatamente l’esame del provvedimento. Ma i partiti di maggioranza non si fidano più di loro stessi e vanno avanti a colpi di strappi e forzature regolamentari che impediscono al parlamento di modificare un provvedimento che stravolge l’assetto delle istituzioni democratiche senza tener conto dell’incremento e delle duplicazioni dei costi che non vengono né quantificati né coperti”.

Il parere firmato dai componenti democratici della V commissione di Montecitorio – Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Claudio Mancini e Silvia Roggiani – stigmatizza in particolare: la confusione e l’incertezza sulla determinazione dei Lep e sulle modalità e tempistiche di trasferimento delle funzioni alle regioni; l’incapacità del governo di quantificare i profili finanziari e di coordinamento della finanza pubblica; il mancato coinvolgimento del parlamento nella valutazione dei decreti attuativi; l’aderenza del percorso di autonomia differenziata con gli obiettivi del Pnrr che considera, quali milestone da conseguire a partire dal 2026, l’attuazione del federalismo fiscale regionale e provinciale; la partecipazione delle regioni alla politica fiscale nazionale e alle riforme conseguenti al processo di modifica del quadro della governance economica avviato dalle istituzioni dell’Unione europea; il meccanismo di aggiornamento della compartecipazione al finanziamento delle funzioni devolute; le modalità di ripartizione e attribuzione di personale, strutture e risorse finanziarie, a partire dalla scuola, con il concreto rischio di determinare diseconomie di scala e di scopo, e duplicazioni di costo. Per tutte queste ragioni, il Gruppo del partito democratico della Camera esprime parere negativo al provvedimento del governo e chiede la soppressione, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, degli articoli dal primo all’ultimo del testo.

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