X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Roma, 24 mag. (askanews) – “La nostra battaglia si sposta al Parlamento Ue, dove i nostri parlamentari si batteranno per una direttiva europea sul reddito di cittadinanza”. Lo annuncia Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, in una intervista a ‘Il Mattino’.

A quale gruppo si iscriverà il M5s a Strasburgo? “Ci sono partiti – spiega – come la Lega e Fratelli d’Italia che hanno fatto parte di un gruppo e non hanno portato a casa nulla per l’Italia, anzi hanno fatto solo danni, vedi la riforma del Patto di Stabilità. Al contrario noi, pur non facendo parte di un gruppo siamo stati determinanti per eleggere la commissione Von der Leyen e indirizzarla verso il Green Deal, abbiamo ottenuto la direttiva sul salario minimo e anche il Recovery Fund. Ma siamo ambiziosi e vogliamo fare di più. L’obiettivo è incidere nell’area progressista spostando l’asse verso soluzioni di pace. Su questo saremo tenaci e vedrete che ci saranno delle belle sorprese”.

Per quanto riguarda i rapporti con il Pd, sottolinea, con le elezioni europee “non decidiamo la leadership dell’area progressista, in ballo non c’è la sorte di Conte o della Schlein. In ballo c’è qualcosa di più importante: la vita dei cittadini e il futuro dei nostri giovani. Possiamo scegliere se nei prossimi 5 anni avremo un’Europa che si prepara ad andare in guerra (e ricordo che in casa nostra c’è chi come la Lega vuole reintrodurre la leva obbligatoria) o un’Europa che lavora per risolvere i conflitti bellici con la diplomazia, un’Europa che punta ancora sulle fonti di energia inquinanti o un’Europa che preserva l’ambienta e gli ecosistemi. Per questo dico a tutti: andiamo a votare, non lasciate che siano gli altri a decidere per voi”.

In Europa, conclude, “innanzitutto ci batteremo contro l’Europa dell’austerity e dei tagli, a partire da quelli alla sanità. Ma non basta avere più risorse, serve che la politica esca fuori dalle nomine e dalla gestione della sanità. E poi c’è il tema della lotta alla corruzione, fondamentale soprattutto in un momento in cui i Paesi si trovano a gestire i fondi del Pnrr, per evitare che vadano nelle mani del malaffare. Infine il tema dei diritti, a partire dalla parità di salario tra uomo e donna”.

Conte ribadisce il suo ‘no’ al ritorno al finanziamento pubblico ai partiti: “I cittadini hanno votato no al referendum per il finanziamento pubblico perché si sono accorti che i politici si lasciavano corrompere lo stesso. Per noi la politica si può fare con le micro-donazioni e credo che i partiti più che prendere debbano restituire soldi utili per la collettività, proprio come facciamo nell’M5S. Mi lasci dire che le tante inchieste che stanno emergendo in questi mesi, da Nord a Sud, sono una ferita della nostra democrazia e la politica, invece di attaccare la magistratura, dovrebbe avere uno scatto di dignità e trovare al proprio interno gli anticorpi contro la corruzione”.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE