Un sacerdote
2 minuti per la letturaCATANZARO – Di commistioni occulte tra uomini di Chiesa e massoneria si è parlato non poco negli ultimi decenni: ma ora è la Cei a dire parole definitive sull’argomento. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, infatti, parla chiaro: «preti e vescovi, se massoni, sono già fuori dalla Chiesa».
Sull’argomento, proprio oggi c’è un particolare pronunciamento dei vescovi della Calabria, negli ultimi anni molto attivi sui legami tra logge massoniche e organizzazioni mafiose. Nella formazione dei giovani chiamati al sacerdozio “sia preso in debita considerazione anche il rapporto ‘ndrangheta-massoneria», è il suggerimento che dà la Conferenza Episcopale Calabra nel documento diffuso a conclusione della seconda sessione invernale dei suoi lavori, svoltasi a Catanzaro.
Per quanto riguarda la Cei, mons. Galantino denuncia i poteri occulti che avvelenano la vita sociale e politica del nostro Paese, insinuandosi talvolta all’interno del mondo ecclesiale: «Nei confronti della massoneria – ha detto – la Chiesa ha tenuto, da sempre e con chiarezza, lo stesso atteggiamento: tutto ciò che da singoli o gruppi attenta al bene comune a vantaggio di pochi non può essere accettato”.
In un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana (nel numero in edicola giovedì), in vista del 21 marzo, la Giornata voluta da Libera e dedicata alla memoria delle vittime di mafia, mons. Galantino ha spiegato: «Preti e prelati se massoni sono scomunicati», strilla senza compromessi il titolo in copertina. Alla manifestazione promossa da Libera il settimanale dei Paolini dedica un ampio servizio – «Chiesa e massoneria. Intrecci con le mafie» – con un focus sulle mescolanze tra clan e logge segrete.
«Sono da condannare tutti gli attentati al bene comune», sottolinea, al riguardo, il segretario generale della Cei, «soprattutto quando tendono a monopolizzare, a occupare spazi in maniera invasiva fino a rendere impossibile una vita normale a persone normali».
La dottrina della fede, puntualizza ancora monsignor Galantino, non lascia dubbi sull’inconciliabilità della prospettiva massonica con i valori evangelici: «Anche a noi preti può capitare di abbassare la guardia della sensibilità e della vigilanza evangeliche. Quando si lasciano aperti anche piccoli varchi fatti di compromessi, di parole non dette e denunce non fatte, il male si insinua e riempie gli spazi vuoti delle coscienze».
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