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L’APPUNTAMENTO con le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno sarà di sicuro un test per il governo guidato da Giorgia Meloni. Le urne diranno molto su quanto l’azione dell’esecutivo stia soddisfacendo o meno l’opinione pubblica. E su quali siano gli equilibri all’interno della coalizione. Significativo sarà capire se Forza italia supererà la Lega di Matteo Salvini. In sintesi, quanto la cosiddetta area moderata – che in questa tornata vedrà sotto lo stesso tetto gli azzurri di Antonio Tajani e Noi Moderati di Maurizio Lupi – accrescerà i suoi consensi.

Se ad esempio, come sostengono diversi sondaggisti, il centro del centrodestra dovesse superare il 10% e scavalcare la Lega si aprirebbe prima di tutto un processo all’interno del Carroccio che potrebbe portare alla sostituzione della leadership di Salvini. Va da sé, i tre leader del centrodestra dovranno sedersi attorno a un tavolo e decidere il da fare. Un ritocco alla squadra di governo potrebbe essere fisiologico ma dovrebbe restare un ritocco, altrimenti il nodo sarebbe difficile da sciogliere. Fatta questa premessa che riguarda più la coalizione di governo, le elezioni europee ci diranno anche altro. Ci diranno se il sistema italiano è tornato ad essere bipolare se non addirittura bipartitico.

Di certo, aiuterà il duello televisivo fissato per il prossimo 23 maggio, nel salotto di Bruno Vespa, in cui si sfideranno la leader di Fd’I ed Elly Schlein. Un faccia a faccia nel solco del più famoso tra Silvio Berlusconi ed Achille Occhetto. Una polarizzazione che sta spingendo Giorgia Meloni, come è stato scritto su queste pagine, a far nascere un nuovo contenitore – una sorta di grande casa dei conservatori – che avrebbe l’obiettivo di semplificare e di riunire sotto uno stessa casa moderati, conservatori, ancorandolo al Partito popolare europeo. Resta da capire cosa succederà dall’altra parte del campo.

Il tentativo di Elly Schlein, oggi candidata alle europee, è di sicuro quello di intestarsi la coalizione di centrosinistra così da diventare lei il riferimento del mondo progressista. Le europee potrebbero rafforzare la posizione di Schlein, visto che si giocheranno sulla polarizzazione Meloni-Schlein. Difficile che il campo progressista abbia la forza di fare un’operazione simile a quella che portò alla nascita del Partito democratico, che mise insieme la Margherita e i Democratici di sinistra. Oggi Pd e M5S non sembrano essere compatibili per uno scenario del genere. Un partito unico del centrosinistra appare un’ipotesi da fantapolitica. Ma, dopo le europee, potrebbero cambiare tante cose. Dentro i democratici e, perché no, nell’intero campo progressista.


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