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Roma, 9 mag. (askanews) – Sull’euro digitale “il punto non è quello di scalzare altri” come il Bitcoin o altri sistemi analoghi, “il problema è mantenere la libertà dei cittadini europei e di continuare a pagare con una moneta di banca centrale anche in un’era digitale: questo è l’obiettivo dell’euro digitale”. Lo ha affermato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce, rispondendo ad alcune domande durante la conferenza sulla “tokenizzazione” degli strumenti finanziari, organizzata a Roma dalla Consob.

“Questo è l’obiettivo – ha insistito -. Oggi abbiamo il contante e per mille ragioni il cash non funziona più una economia che si sposta sempre di più verso la digitalizzazione. E’ bene che le Banche centrali si adeguino al nuovo mondo. Detto questo l’investimento sul cash da parte delle banche centrali rimarrà assolutamente costante, tanto è vero che noi stiamo già lavorando alla terza serie dell’euro”.

Sul perché i cittadini dovrebbero essere favorevoli all’uso di un euro digitale, “lo dico in maniera semplicissima – ha risposto Cipollone -: noi in Europa abbiamo seri problemi di fallimento di mercato in questo campo. Ieri tornavo da Francoforte, volavo su una linea aerea europea, italiana, volevo comprare un panino italiano e però dovevo pagare con un sistema, con uno strumento di pagamento nemmeno europeo. Oggi in Europa su 20 economie solo 7 hanno degli schemi nazionali di pagamento, il ché significa che ci sono dei Paesi dove pure per comprare il latte uno deve usare una carta di credito americana”.

“Oggi il 64% delle transazioni iniziate con carte in Europa girano circuiti internazionali. Questa cosa non è indifferente, lo si chieda a un commerciante se è indifferente o no. Adesso andiamo in giro con una mazzetta di carte per fare tutto. Questo, in un mondo in cui dal 2016 abbiamo il regolamento sui pagamenti istantanei, e ancora non abbiamo uno schema europeo di instant payment è un grande fallimento del mercato”, ha detto.

“I consumatori non sentono l’esigenza di questi sistemi? Ma basta che ti sposti in un’altra economia e ti rendi conto di quali sono i vantaggi. Il problema – secondo l’esponente della Bce che ha la delega sui sistemi di pagamento e sull’euro digitale – è che siamo in una specie di gabbia e non ci rendiamo conto di quello che c’è fuori. E quindi ci sentiamo a nostro agio lì dentro”. Peraltro “avere una infrastruttura europea, che dipende dagli europei, in un certo senso rafforza l’autonomia europea”, ha aggiunto.

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