Il luogo dell'omicidio di Michele Palumbo
2 minuti per la letturaIl racconto dell’omicidio di Michele Palumbo nelle parole del pentito Raffaele Moscato che punta il dito contro il presunto gruppo di fuoco
VIBO VALENTIA – «I componenti del gruppo di fuoco dell’omicidio di Michele Palumbo, per come confessatomi da Rosario Battaglia, furono Tripodi, D’Ascoli e Salvatore Vita».
Le parole sul delitto perpetrato l’11 marzo del 2010 a Longobardi, frazione di Vibo, sono quelle fatte mettere a verbale dal collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato. L’ex sicario del clan dei piscopisani ne parla alla Dda di Catanzaro. Verbale, questo, finito agli atti dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” che ha portato, ad indagare 167 persone ritenute appartenenti ai clan di Zungri, Briatico, Cessaniti e Mileto oltre ad esponenti delle forze dell’ordine e professionisti. Risale al 23 febbraio 2023, quindi, recentissimo. Al suo interno il pentito parla di diverse figure appartenenti alla locale di ’ndrangheta di Mileto e sui collegamenti con altre cosche e non solo. Tra le varie pagine spunta anche la rivelazione di quelli che individua – per come gli sarebbe stato riferito – i presunti autori dell’omicidio di Michele Palumbo. L’assicuratore 45enne, ritenuto uomo del boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, ammazzato nel piazzale di casa, davanti agli occhi della figlia piccola.
MOSCATO E IL GRUPPO DI FUOCO DELL’OMICIDIO DI MICHELE PALUMBO
Moscato parlava di due soggetti coi quali aveva pranzato all’ex ristorante “Batò” a Vibo Marina, e che sono due azionisti di Franco D’Onofrio (l’ex terrorista di Prima Linea indicato da alcuni collaboratori quale autore dell’omicidio del giudice Bruno Caccia, a Torino) e di averli visti «anche a casa di Salvatore Battaglia, padre di Rosario, quando mi recai lì con lui pochi giorni dopo l’omicidio di Michele Palumbo. Ricordo che vi era anche Salvatore Tripodi, unitamente alla moglie ed al figlio.
È una circostanza che mi è rimasta impressa – riferisce ancora Moscato – in quanto, diversamente dal solito, questi due non erano stati portati in giro da Battaglia nei migliori ristoranti, come avveniva di solito quando scendevano in Calabria. Questo mi fece pensare che potessero essere coinvolti anche loro in qualche modo in quel delitto. Al riguardo, ribadisco comunque che i componenti del gruppo di fuoco dell’omicidio Palumbo, per come confessatomi da Battaglia, furono Tripodi, D’Ascoli e Salvatore Vita».
Del delitto, il pentito aggiunge di averne parlato, sempre unitamente a Battaglia, con “Saverio Razionale a Roma. E non escludo che possiamo averne parlato anche con Peppone Accorinti”.
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