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Roma, 7 mag. (askanews) – “Ci sono occasioni in cui i gesti e le immagini valgono più di mille parole”, per questo, con l’iniziativa di oggi, “abbiamo voluto offrire un’occasione per far conoscere e apprezzare a tutti un’opera importante come quella della scultrice Vera Omodeo”. Con queste parole il presidente del Senato Ignazio La Russa ha aperto la cerimonia di svelamento, nella Sala Garibaldi del Senato, della statua in bronzo detta della “maternità” della scultrice Vera Omodeo, che rimarrà esposta nel “transatlantico” di Palazzo Madama per un mese.

L’opera, intitolata ufficialmente “Dal latte materno veniamo”, risalente al 1984, raffigura una donna che allatta al seno un neonato e doveva inizialmente essere situata in piazza Duse a Milano, ma la Commissione tecnica comunale che valuta le proposte di collocazione delle opere d’arte negli spazi pubblici, non l’aveva ritenuta adatta all’esposizione pubblica, suscitando non poche polemiche.

“Il motivo per cui abbiamo voluto chiedere la disponibilità della statua e di poterla esporre qui in Senato – ha spiegato La Russa – e perché domani 8 maggio (poi postergata secondo legge a domenica 12 maggio, Ndr) è la festa della mamma. Noi avevamo già pensato di celebrarla, a prescindere dall’esposizione di questa scultura, con una cerimonia Intitolata ‘Viva la mamma'”, ma oggi “abbiamo voluto unire l’occasione” della festa “all’opportunità di avere questa scultura qui da noi in omaggio a tutte le donne, a tutte le donne mamme ma anche a tutte le donne non mamme, perché ci sono delle donne che hanno la fortuna di poter essere mamme. Ci sono quelle che per scelta o per impossibilità non sono mamme ma hanno avuto una mamma, quindi, in ogni caso, credo che tutte le donne si ritroveranno idealmente in questa scultura”, così come anche “anche gli uomini”, per i quali , ha sottolineato La Russa, “se c’è una cosa su cui noi maschietti siamo d’accordo è proprio il ricordo delle nostre mamme, credo che questo attraversi tutte le latitudini e tutte le differenze, per me è motivo di orgoglio”.

“Riguardo al messaggio di questa statua che tanto ha fatto discutere – ha detto Serena Omodeo, figlia della scultrice -conoscendo l’opera di mia madre” posso assicurare che “il messaggio che vuole portare è un messaggio di pace”. Dopo aver ringraziato alcune associazioni femminili impegnate nella promozione dei diritti delle donne e in particolare in tema di rappresentanza e rappresentazione delle donne, Omodeo ha rivelato che “la nudità era per mia madre emblema di vulnerabilità e verità. Anche il diritto di vestirci come vogliamo e di scoprirci – ha spiegato – è stato risultato di lotte che ci siamo dimenticati ma che sono state molto complesse in tutti gli anni anni ’70, frutto non di una moda ma di lunghe esperienze di autocoscienza femminile e anche di pensiero femminista, la nudità di per sé non può essere ascritta al sessismo”, ha sottolineato.
Secondo Serena Omodeo “bisogna sostenere gli archetipi del femminino, ove siano nudi, e anche l’introduzione di statue che rappresentano donne reali, quindi da valorizzare per il loro contributo alle arti alla scienza alla politica. Mia madre – ha concluso – sarebbe stata felicissima di questo invito proprio per la festa delle madri, quindi non si può che fare gli auguri a tutte le madri, biologiche e non, perché tante donne si prendono cura di figli non da loro partoriti e” faccio “l’augurio che siano sempre più sostenute da politiche per la parità, per la libera scelta, per una maternità sostenuta e consapevole”.

Dopo le polemiche innescate dalla decisione della Commissione comunale il sindaco di Milano Beppe Sala, accogliendo un’idea avanzata dal giornalista Enrico Mentana, aveva proposto di collocare la statua nei giardini della clinica Mangiagalli ma al momento nessuna decisione ufficiale è stata presa e non si conosce quale sarà la definitiva collocazione dell’opera. Dopo il periodo di esposizione in Senato la statua tornerà a Milano.

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