Il luogo dell'omicidio
4 minuti per la letturaCIRÓ MARINA – Ha confessato. Salvatore Fuscaldo, il bracciante agricolo 50enne fermato una settimana dopo l’omicidio di Antonella Lettieri, la commessa 42enne massacrata in casa sua la sera dello scorso 8 marzo, ha ammesso di essere stato lui e di aver fatto tutto da solo (LEGGI LA NOTIZIA DELLA CONFESSIONE DI FUSCALDO).
Con due armi. Un tubo d’acciaio di circa 50 centimetri e un coltello a serramanico. Lo ha fatto perché si sentiva ricattato dalla donna con cui lui, uomo sposato, aveva una relazione da sei, forse sette anni. Lo ha fatto perché sarebbe esploso all’ennesima richiesta di una donna a cui pagava le spese per le bollette, il bollo dell’auto e altro e che lamentava il fatto di essere stata “svergognata” in paese in seguito a quel rapporto di cui si vociferava. Lo ha fatto perché temeva che lei ne parlasse in giro.
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SULL’OMICIDIO DI ANTONELLA LETTIERI
Il raccontone fiume, nel carcere di Castrovillari, dove da qualche giorno Fuscaldo è detenuto nel reparto Sex Offenders, è andato avanti, nel corso di poco più di due ore, ieri, davanti al sostituto procuratore di Crotone Alfredo Manca, che lo ha interrogato insieme ad alcuni ufficiali dei carabinieri (le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Cirò Marina e del Reparto operativo di Crotone), alla presenza dell’avvocato Francesco Amodeo. Del collegio difensivo, che assiste pure i familiari del fermato, fa parte anche l’avvocato Mario Nigro. Tutto è finito poco dopo le 13,30.
Un colpo di scena, dunque, perché l’indagato, nell’immediatezza dei fatti avvalsosi della facoltà di non rispondere, in sede di interrogatorio nel corso dell’udienza di convalida del fermo si era detto estraneo ai fatti negando la relazione (LEGGI LA NOTIZIA). Ma poi sono arrivati una serie di riscontri a una mole impressionante di indizi dal laboratorio del Ris dei carabinieri di Messina, come la conferma che il sangue sugli scarponi di Fuscaldo rinvenuti in campagna era della vittima. La decisione di confessare sarebbe maturata in seguito all’ultimo incontro con i congiunti.
LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO DI ANTONELLA LETTIERI
Ma ecco, nei dettagli, come sarebbero andati i fatti quella sera. Lui aveva entrambe le chiavi, quella che apre il retro e quella che apre l’ingresso dell’abitazione in via Cilea assurta a teatro della tragedia. E’ entrato ed uscito dal retro. A suo dire avrebbe aggredito la donna che gli aveva fatto una nuova richiesta di denaro. Lui è un bracciante che guadagna 30 euro a giornata e a stento riusciva a sbarcare il lunario.
I 50 euro non dovuti ricevuti da Antonella, come attesta il filmato della videosoerveglianza del market in cui la vittima lavorava e di cui si parla nell’ordinanza di convalida del fermo? Non era un errore di Antonella ma, sempre a dire di Fuscaldo, la restituzione di somme che lui aveva anticipato. In particolare, alcuni pagamenti sarebbero dimostrabili perché eseguiti con carta di credito. Mentre a casa sua la famiglia era costretta a stare quasi al buio pur di risparmiare, utilizzando pochissime lampadine, e la moglie era costretta a svolgere lavori saltuari di pulizia. Agli inquirenti ha raccontato di aver impugnato con la mano destra il “tubo dell’acqua”, reperito in casa della vittima dove c’erano stati dei lavori, e con la mano sinistra un coltello trovato sempre a casa di lei poiché il padre, macellaio, possedeva diverse armi da taglio. L’autopsia condotta dal medico legale Isabella Aquila, come si ricorderà, ha chiarito l’accanimento con cui è stata finita Antonella, sul cui corpo straziato sono state rilevate dodici ferite da taglio e 21 inferte con un corpo contundente.
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Eseguito il delitto, l’uomo si è messo nella sua auto Alfa “156”, quella dove sono state rinvenute tracce del sangue della vittima costategli il fermo. Prima di rincasare è passato nei pressi del vigneto in cui lavora lanciando dal finestrino le armi, gli scarponi e una tuta insanguinata. Rientrato nella sua abitazione, si è lavato in magazzino, poiché in bagno non c’era acqua, ha indossato una tuta pulita, ha visto un po’ di tv ed è andato a dormire al piano di sopra. Dormiva con la moglie, anche se pare non si parlassero da tempo, forse per via di quella relazione. La mattina dopo si è svegliato un po’ prima del solito, intorno alle 6. E’ andato a prelevare gli indumenti insanguinati, tra cui un paio di guanti, e li ha bruciati. Ha recuperato le armi e le ha sotterrate. I carabinieri avrebbero eseguito sopralluoghi, in base alle indicazioni di Fuscaldo, per recuperare il tubo e il coltello, al fine di individuare riscontri al racconto dell’indagato. Il martello insanguinato segnalato nella pineta da gitanti durante la scampagnata di Pasquetta e su cui sono in corso accertamenti non c’entrerebbe nulla.
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