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L'arresto del latitante Facchineri

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REGGIO CALABRIA – I carabinieri hanno arrestato nella notte il latitante Giuseppe Facchineri, 47 anni, indicato come personaggio di spicco dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Cittanova. A carico dell’uomo risultano numerosi precedenti di polizia per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, rapina, porto abusivo di armi, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, furto aggravato, ricettazione.

IL VIDEO DEL BLITZ DEI CARABINIERI

Per il boss, secondo quanto reso noto, è stato fatale il desiderio di incontrare la moglie: alle 3.45 circa, è stato arrestato al termine di un blitz dei Carabinieri di Taurianova, con l’ausilio dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori e dell’ottavo Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. L’operazione che ha portato alla sua cattura è stata chiamata in codice “Alcova”.

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La cattura è avvenuta in una palazzina di edilizia popolare nel Comune di Cinquefrondi. I militari dell’Arma hanno fatto irruzione mentre l’uomo dormiva da solo. Gli inquirenti tenevano da tempo sotto controllo l’appartamento, ritenendo che fosse il luogo in cui incontrava la moglie, anche se al momento del blitz era solo.

L’uomo non ha potuto abbozzare alcun tentativo di fuga o di reazione essendo stato sorpreso mentre dormiva. Le vicissitudini giudiziarie più recenti di Facchineri risalgono al 2014, quando era stato arrestato insieme con la madre Caterina e al fratello Salvatore, per estorsione e rapina in concorso aggravate. Le indagini, inizialmente coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi e successivamente proseguite dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con il coordinamento del Procuratore Federico Cafiero De Raho, erano state avviate dopo una perquisizione effettuata nell’abitazione di una persona del luogo durante la quale i militari avevano rinvenuto un’agenda e alcuni documenti contabili riferiti a rapporti economici con componenti della “famiglia”.

Materiale apparso subito molto sospetto agli investigatori, dato che l’interessato non era stato in grado di fornire alcuna plausibile spiegazione. Le successive indagini avevano permesso di verificare che i documenti si riferivano a richieste estorsive derivanti dalla vendita di dieci bovini per un importo di 10.000 euro, risalente al 2009 tra Caterina Facchineri e la vittima.

Quest’ultima, pur avendo pagato a suo tempo la cifra pattuita, era poi stata vessata da ulteriori, continue richieste di danaro, avanzate a titolo di pretesi interessi sul pagamento del bestiame acquistato. Pertanto, dopo alcuni mesi in carcere, Giuseppe Facchineri era stato ammesso a beneficiare degli arresti domiciliari nell’abitazione di alcuni familiari in provincia di Arezzo. Nel corso dell’udienza del processo relativo alla vicenda, celebrata il 16 gennaio 2016, Facchineri aveva addirittura inveito e minacciato di morte la persona offesa. A quel punto, i reati di cui era già chiamato a rispondere, uniti alla condotta assunta nel corso del processo e alla pericolosità evidenziata dall’imputato, avevano determinato il ripristino della custodia cautelare in carcere, che però era rimasta ineseguita in quanto l’uomo non aveva più fatto rientro nell’abitazione dove scontava gli arresti domiciliari.

Da quel momento sono iniziate le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova, che dopo quasi un anno e mezzo di attivita’ incessanti, sono riusciti a risalire al covo dove il latitante continuava ad incontrarsi periodicamente con la moglie.

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