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Uno degli arrestati lascia la caserma della Guardia di Finanza

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Il provvedimento riguarda imprenditori e funzionari pubblici. Sequestrati anche beni per oltre 12 milioni di euro

VIBO VALENTIA – È in corso dall’alba di questa mattina un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia che ha portato all’arresto di nove persone. L’accusa, nei loro confronti, da parte della Procura di Vibo Valentia, è di frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Nell’inchiesta sono coinvolti altri sei soggetti.

GUARDA IL VIDEO DELL’OPERAZIONE

I cinque funzionari dell’Anas arrestati nell’inchiesta “Chaos” sono Giovanni Fiordaliso, di 47 anni; Salvatore Bruni (41); Consolato Cutrupi (46), Antonino Crupi (37) di Palermo e Antonino Croce. Gli imprenditori finiti anche loro in manette e condotti in carcere sono Gregorio Cavalleri (66); Domenico Gallo (61); Maurizio Panarello (50); Carla Rota (55) e Vincenzo Musarra (64). Il gip Gabriella Lupoli ha anche emesso misure interdittive per tre aziende: la Cavalleri Ottavio Spa (in liquidazione e concordato preventivo), la Cavalleri Infrastrutture srl e la Vgf Unipersonale srl. 

L’indagine, dunque, riguarda imprenditori e funzionari dell’Anas e scaturisce da indagini su irregolarità nella gestione di lavori di ammodernamento di un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, quello compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. In corso anche sequestri di beni per un valore complessivo di 12.756.281,29 euro, a carico di imprese e relativi rappresentanti legali coinvolti nelle indagini. Le imprese coinvolte nell’indagine sono destinatarie anche di una misura interdittiva disposta dal gip, che vieta alle stesse, per un anno, di stipulare contratti con qualsiasi pubblica amministrazione. Tre di esse, invece, sono state poste sotto sequestro.

L’operazione rappresenta lo sviluppo dell’indagine che, nel maggio dello scorso anno, ha portato al sequestro preventivo del tratto autostradale interessato (LEGGI) e di aree e strade provinciali limitrofe interessate da un serio rischio idraulico/idrogeologico, mai considerato in nessuna fase di progettazione, con conseguente configurabilità del reato di crollo/disastro doloso. In quell’occasione furono anche sequestrate somme di denaro per oltre 400mila euro, corrispondenti all’illecito profitto dei reati di truffa e falso commessi dalle imprese esecutrici dei lavori attraverso la formazione di documentazione che attestava falsamente l’avvenuto smaltimento di rifiuti speciali di lavorazione (in realtà mai avvenuto).

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In quell’area negli scorsi mesi ci sono stati due mortali incidenti avvenuti tra il novembre del 2015 (LEGGI) e la notte dell’1 marzo del 2016 (LEGGI LA NOTIZIA e GUARDA LE FOTO DELLE VITTIME) 

Dalle indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia – Bruno Giordano – e dal Sostituto Procuratore, Benedetta Callea, ed eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, è emerso il quadro di diffuse irregolarità, estrinsecatesi attraverso vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai effettivamente eseguiti, eseguiti solo in parte o eseguiti in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori; omissioni, da parte degli organi della Stazione Appaltante, di verifiche e controlli. Il tutto finalizzato all’indebito arricchimento degli operatori economici aggiudicatari dell’appalto, che secondo quanto sinora emerge dagli accertamenti, avrebbero lucrato somme non dovute. Le indagini hanno fatto emergere anche l’esecuzione di opere potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica.

Dopo l’operazione, l’Anas ha precisato di “essere parte lesa nella vicenda giudiziaria e che si costituirà in giudizio contro i responsabili”. Nel frattempo “sta provvedendo a sospendere i funzionari sottoposti all’arresto domiciliare. Per quanto riguarda la sicurezza della circolazione del tratto autostradale, sottoposto a sequestro preventivo l’11 maggio 2016 dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia – ha concluso l’Anas – si precisa che lo stesso è sempre rimasto aperto al traffico, nel rispetto delle disposizioni impartite dalla Procura”.

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