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Regionali, ultimi giorni di Far West elettorale in Basilicata: dalle affissioni abusive alla propaganda senza “tracciabilità” fino alla mancanza di trasparenza


POTENZA – Affissioni abusive, certo. Come da tradizione in occasione delle consultazioni elettorali più sentite. Ma anche decine e decine di pubblicazioni in spregio all’obbligo di indicare il committente responsabile, per tracciarne i relativi finanziatori. E violazione degli obblighi di pubblicazione di curricula e casellari giudiziari dei candidati.

Si va arricchendo di giorno in giorno il campionario di abusi e scorrettezze elettorali in vista del voto del 21 e 22 aprile in Basilicata.
A rischiare la sanzione più alta sarebbero i responsabili della lista “Basilicata unita”, che sostiene la corsa alla presidenza della giunta regionale del candidato del “fronte progressista” lucano, Piero Marrese.

A ieri infatti, stando a quanto verificato dal Quotidiano, non sarebbe stato ancora allestito il sito internet in cui per legge, almeno due settimane prima del voto, andrebbero pubblicati curricula e casellari dei candidati consiglieri. Una violazione, quest’ultima, per cui è previsto che la “Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici”, istituita presso la Camera dei deputati, infligga sanzioni «da euro 12.000 a euro 120.000».

È ancora espressa in lire, invece, l’entità della sanzione prevista per «pubblicazioni di propaganda, a mezzo di scritti, stampa o foto stampa, radio, televisione, incisione magnetica ed ogni altro mezzo di divulgazione» che non riportino l’indicazione del committente responsabile.
In questo caso, infatti, sono previste sanzioni da «lire un milione a lire cinquanta milioni». Trattandosi di una fattispecie che in questi giorni di campagna elettorale si ripete ininterrottamente, sia su organi di informazione digitale vicini al centrodestra che su altri più vicini al centrosinistra, è il totale che rischia di restituire al fenomeno una dimensione preponderante. Se mai andranno in porto le verifiche del caso.
Cifre ben maggiori, ad ogni modo, da quelle previste per l’affissione di un manifesto fuori dagli spazi, per cui la legge prevede sanzioni da 103 a 1.032 euro.

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