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Roma, 12 apr. (askanews) – La nuova ‘grana’ giudiziaria che coinvolge Daniela Santanchè non cambia la linea della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la ministra del Turismo – è la sostanza – dovrà lasciare l’incarico solo se e quando sarà rinviata a giudizio.
Anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali, è questa la posizione che filtra nel giorno in cui la Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta sui conti di Visibilia che vede Santanchè indagata per falso in bilancio. La ministra è già sotto accusa per truffa all’Inps per presunte irregolarità nella gestione della cassa integrazione durante il periodo del Covid in un altro troncone di indagine su Visibilia già chiuso dai magistrati milanesi nelle scorse settimane.
Dopo che la Camera, lo scorso 4 aprile, aveva respinto una mozione di sfiducia contro Santanchè, con la nuova chiusura indagini l’opposizione torna a chiedere a gran voce le dimissioni. Il Pd parla di “discredito e disonore sulle istituzioni” e chiede “cosa aspetta la presidente del Consiglio a pretendere le dimissioni della ministra?”. Sulla stessa linea l’Alleanza verdi-sinistra, secondo cui “le istituzioni devono essere protette dal fango” mentre il M5s accusa la premier di comportarsi come “un novello ‘Ponzio Pilato’, perdendo credibilità anche lei”.
La vicenda preoccupa sicuramente il piano nobile di Palazzo Chigi, con un caso che potrebbe ulteriormente deflagrare a ridosso delle elezioni europee. Ma al momento l’orientamento è la conferma di quanto già deciso in occasione della prima conclusione indagini: se sarà rinviata a giudizio Santanchè dovrà subito lasciare il Ministero.
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