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Adunata alpini a Matera sul serio, Brescia e Genova le contendenti, la decisione verrà presa entro novembre Rubino: «Non ci sono impedimenti ad essere scelti come sede nazionale del 2026»
“Matera si presta ad organizzare l’adunata degli alpini 2026. Vere difficoltà non ce ne sono. Siamo pronti e pensiamo che il Sud e Puglia e Basilicata meritino un simile palcoscenico. Approfittiamo per chiedere alle istituzioni locali quel supporto che serve per portare avanti un percorso che finora abbiamo fatto da soli”.
È una posizione forte, chiara quella del presidente Marco Rubino della sezione Ana (Associazione nazionale Alpini) di Bari, Puglia e Basilicata, del vicepresidente vicario Francesco Berardengo, del capogruppo di Matera Vito Giasi e di un intero gruppo di lavoro che è già pronto ed operativo per coprire le diverse necessità organizzative. Preciso il messaggio inviato che punta ad affermare che non ci sono impedimenti, tantomeno logistici, che possano impedire di scegliere la città dei Sassi e che altre scelte fatte nel recente passato avevano probabilmente sotto il profilo logistico identiche se non maggiori incognite rispetto a quelle della città dei Sassi.
ADUNATA ALPINI, MATERA FA SUL SERIO E SI PROPONE PER IL 2026
Ma l’adunata si è fatta ugualmente e in condizioni e realtà più piccole e complesse. Insomma Matera fa sul serio. Si sta preparando per la visita della commissione nazionale che ci sarà tra giugno e luglio e confida in un esito positivo della scelta per il 2026 che arriverà nel prossimo mese di novembre. Imponenti i numeri della manifestazione che portano nei 3 giorni dell’adunata ad una presenza complessiva di circa 300mila alpini, con un costo complessivo di 1,8 milioni di euro, un indotto molto più ampio in termini di benefici per il territorio. Uno spiegamento di mezzi anche sotto il profilo dell’organizzazione importante con la macchina del servizio di protezione civile degli alpini che andrebbe a partire in contemporanea per l’organizzazione dell’evento. Oltre ad una serie di obblighi e necessità logistiche e sanitarie.
ADUNATA ALPINI A MATERA, IN CAMPO LA CONCORRENZA DI GENOVA E BRESCIA
In campo al momento ci sono due avversari Genova e Brescia che da oltre vent’anni non organizzano un’adunata. Come anche la sezione di Puglia e Basilicata con l’ultima adunata a Bari nel 1993. Matera che già altre volte ha provato a diventare sede dell’evento, non vi è riuscita ma ora sembra volersi muovere con maggiore incisività e caparbietà verso questo tipo di obiettivo.
“L’adunata nazionale è una tradizione annuale. L’associazione nazionale ha 4 raggruppamenti e noi facciamo parte di un quarto raggruppamento che dalla Toscana scende per il resto d’Italia isole comprese perché gli alpini ci sono dappertutto. Di solito ci sono 3-4 giorni di adunata dove si riuniscono tutti. Circa 300-400 mila persone si ritrovano in questa città. Un evento che richiede organizzazione logistica, costi, implica una preparazione che si solito dura due anni. Si sceglierà a novembre chi organizza l’edizione 2026 e poi si trasferirà il sistema organizzativo che ormai è rodato che comporta una serie di necessità e obblighi. In una riunione del quarto raggruppamento si è scelta Matera come candidata, il primo ha scelto Genova e il secondo Brescia” spiega Francesco Berardengo vicepresidente vicario della sezione Bari, Puglia e Basilicata.
A NOVEMBRE LA VALUTAZIONE DELLE CANDIDATURE
“Nel prossimo novembre il comitato nazionale con tutti i raggruppamenti sceglierà tra le quattro candidature. C’è una commissione grandi eventi che arriverà in sede per verificare se ci sono le condizioni organizzative, istituzionali per ospitare questo afflusso pazzesco di alpini che implica un’adunata nazionale.
Gli alpini poi durante l’adunata coinvolgono un territorio ampio, abbiamo esplicitato la capacità del territorio nel raggio di 120 chilometri e abbiamo calcolato con numeri ufficiali 210mila posti letto.
L’Ana ha uno dei più efficienti sistemi di protezione civile a livello nazionale che si metterà naturalmente in moto per un’adunata. Ci sono studi dell’Università di Piacenza che determina un indotto per un’adunata nazionale intorno ai 120 milioni di euro mentre il costo è di 1,8 milioni che può essere commutato in una serie di servizi. La logistica è la questione principale che con una serie di servizi pensiamo di poterlo superare ottimizzando le possibilità di scelte e di collegamento per chi arriva. C’è la necessità di persone e volontari disponibili” conclude Berardengo.
RUBINO: «DIFFICOLTÀ NON CE NE SONO»
“Direi che difficoltà vere non ce ne sono” incalza il presidente Marco Rubino. “Al massimo difficoltà psicologiche. Può essere più complesso dover fare viaggi più lunghi per adunate che di fatto si autofinanziano. Ma nella realtà ci sono le stesse difficoltà che ci possono essere a Vicenza, a L’Aquila o Asiago che sono la sede di quest’anno e alcune delle sedi passate. Va inoltre ricordato che ci sono parecchi meridionali che sorreggono il corpo degli alpini e che gli alpini da queste parti sono stati attivi. Basti ricordare quanto fatto in Basilicata in occasione del terremoto dell’’80 in particolare operando nel Comune di Bella”.
Vito Giasi capogruppo degli Alpini di Matera aggiunge: “Anche Matera merita e può avere l’adunata perché ci sono due scaglioni dormienti ancora non iscritti che vorremmo risvegliare quello spirito di alpinità per aumentare il nostro numero. Solo con questi grandi eventi si possono dare questi input anche a chi ancora non fa parte della nostra associazione. Noi nel 2026 compiamo 20 anni di nascita come gruppo. Speriamo e contiamo che questo percorso che finora abbiamo portato avanti in solitario possa avere un sempre maggiore sostegno a livello istituzionale”.
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