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Bruxelles, 4 apr. (askanews) – I paesi della Nato devono fare di più per il loro sostegno, urgentemente necessario, alla difesa dell’Ucraina dall’invasore russo, e questo in due modi e tempi diversi: sia nell’immediato, fornendo più munizioni d’artiglieria, veicoli corazzati, droni, missili Patriot e dispositivi antiaerei, come effettivamente sta avvenendo; sia nel medio-lungo termine, con un nuovo progetto di pianificazione strutturata, anche finanziariamente (con il nuovo Fondo da 100 miliardi che è stato proposto), degli impegni per l’assistenza a Kiev, in termini ‘più robusti e prevedibili’ per gli ucraini, e non solo sulla base di ‘annunci volontari di breve termine’ da parte degli alleati.
Lo ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante la sua conferenza stampa questo pomeriggio a Bruxelles, al termine dei due giorni di riunioni dei ministri degli Esteri dei paesi dell’Alleanza, ieri tra loro e oggi con i partner prima dall’Ucraina, e poi dalla regione dell’Indo-Pacifico (Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda), oltre che con l’Ue.
Stoltenberg ha avvertito che è reale il rischio che le forze russe avanzino in Ucraina, con il paventato attacco di primavera, se la Nato non sarà capace di mobilitare tutto il sostegno necessario per Kiev. E invece il ritorno al tavolo dei negoziati per la pace sarà possibile solo se il presidente russo Vladimir Putin si troverà davanti un forte esercito ucraino, sostenuto dalle forniture militari degli alleati Nato, e capirà di non poter vincere sul campo di battaglia.
Il segretario generale ha anche affermato che la sicurezza per la Nato non è regionale, perché non si gioca solo sul continente europeo, ma è strettamente interconnessa con le condizioni di sicurezza in Asia e nell’Indo-Pacifico, dove la Russia mantiene rapporti di scambio (armi contro tecnologie avanzate e nucleari), con Iran e Corea del Nord, mentre la Cina fornisce a Mosca dispositivi a duplice uso, civile e militare. ‘Ciò che sta accadendo in Ucraina oggi può accadere domani nel Mar Cinese Meridionale’, ha ammonito Stoltenberg, con un chiaro riferimento a una possibile aggressione cinese a Taiwan.
Infine, il segretario generale ha respinto con forza la tesi dei portavoce del Cremlino secondo cui ormai l’Alleanza atlantica, a causa del suo crescente sostegno all’Ucraina, si sta avviando verso uno scontro (‘confrontation’) diretto con Mosca, e ha sottolineato che ‘non c’è alcun piano di mandare truppe da combattimento della Nato in Ucraina’ e che ‘non c’è stata alcuna richiesta’ di farlo; ma insistendo sul fatto che gli alleati hanno ‘il diritto di sostenere gli ucraini che stanno difendendo sé stessi’.
‘La Nato non è non sarà parte in conflitto. Ma fornisce sostegno all’Ucraina per aiutarla a difendersi. E dobbiamo solo ricordare, di nuovo e ancora – ha detto Stoltenberg -, di cosa si tratta: questo è un paese, la Russia, che ne attacca un altro, lo invade, sposta le sue forze con carri armati, aerei e missili oltre il confine per prendere il controllo dell’Ucraina. E questa è una palese violazione del diritto internazionale. È un’invasione su vasta scala. Questo è quello che è successo il 24 febbraio. E, naturalmente, l’Ucraina difende la propria terra, difende il proprio territorio. Come è sancito dal diritto internazionale. È sancito dalla Carta delle Nazioni Unite che l’autodifesa è legale. Si ha il diritto di difendersi. Ed è esattamente ciò che fa l’Ucraina. Gli ucraini chiedono dispositivi, munizioni, armi. E noi gleli stiamo fornendo’.
L’incontro con i partner dell’Indo-Pacifico, poi, è stato ‘ottimo’, ha riferito il segretario generale della Nato. ‘Naturalmente – ha spiegato -, il contesto’ di questo incontro ‘è che la nostra sicurezza è interconnessa. Ciò che accade nell’Indo-Pacifico è importante per l’Europa, e ciò che accade in Europa è importante per l’Indo-Pacifico. La guerra in Ucraina lo dimostra molto chiaramente. Perché vediamo come la Cina sostiene l’economia di guerra russa, fornendo attrezzature a duplice impiego che vengono utilizzate anche nell’industria militare russa. In cambio, Mosca ipoteca il suo futuro a Pechino. E poi vediamo come l’Iran e la Corea del Nord forniscono munizioni, missili e droni alla Russia. E in cambio, la Russia fornisce tecnologie per i programmi missilistici e nucleari di questi paesi’.
‘L’idea che abbiamo un tipo di sicurezza in Europa e un’altro diverso in Asia non funziona. La nostra sicurezza – ha insistito Stoltenberg – non è regionale; la nostra sicurezza è globale. E come è stato affermato anche dai leader della regione, ciò che accade oggi in Ucraina, può accadere domani nel Mar Cinese Meridionale’.
‘Quindi, questa sicurezza interconnessa è il motivo per cui è importante lavorare insieme’ con i partner dell’Indo-Pacifico e ‘stiamo esaminando cosa possiamo fare di più per fornire sostegno all’Ucraina. E anche su cibersicurezza, minacce ibride e su altre aree in cui speriamo di poter concordare alcuni nuovi progetti al vertice Nato di Washington’ a luglio; ‘ma anche per inviare un messaggio molto chiaro a Mosca e a Pechino: che in realtà vediamo quello che stanno facendo, e come le potenze autoritarie siano ora sempre più allineate. E questo rende ancora più importante che nazioni e Stati democratici ‘like minded’ lavorino insieme’.
Stoltenberg ha quindi puntualizzato ‘che non si tratta di rendere la Nato un’Alleanza globale. La Nato rimarrà un’Alleanza tra Nord America ed Europa. Ma la nostra sicurezza – ha insistito – è interconnessa con la sicurezza nella regione Asia-Pacifico, e pertanto dobbiamo collaborare con i nostri partner in quella regione per affrontare queste sfide alla sicurezza globale’.
Tornando all’Ucraina, ‘la situazione sul campo di battaglia è difficile’, ha riconosciuto il segretario generale della Nato. ‘Abbiamo visto come la Russia si stia spingendo in prima linea e come stia mobilitando ancora più truppe, ma anche come sia disposta a sacrificare uomini e materiali anche per guadagni marginali. Ovviamente questo è grave. Ed è proprio per questo che è così urgente mobilitare un maggiore sostegno per l’Ucraina’.
Per Stoltenberg ‘fondamentalmente gli scenari possibili sono due. Il primo è che gli alleati della Nato siano in grado di mobilitare un sostegno maggiore e che l’Ucraina sia in grado di riconquistare più territorio. E l’altro scenario è che non siamo in grado di farlo’. E in questo caso ‘c’è il rischio reale che la Russia conquisti ancora più territorio e che ci troveremo in una posizione ancora più pericolosa’.
‘Il fatto è – ha sottolineato il segretario generale della Nato – che l’unico modo per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina è avere forti forze armate ucraine, perché questo è l’unico modo per convincere il presidente Putin che non vincerà sul campo di battaglia. E’ l’unico modo per convincerlo che deve sedersi e negoziare una sorta di soluzione accettabile, in cui l’Ucraina prevalga come nazione sovrana e indipendente’.
‘Io credo fermamente – ha affermato Stoltenberg – che questo sia possibile. Perché gli ucraini hanno dimostrato di essere estremamente capaci. Sono in grado di utilizzare il materiale e l’equipaggiamento forniti dagli alleati della Nato. Perché dobbiamo ricordare ancora una volta come è iniziata questa guerra’, quando ‘la maggior parte degli esperti credeva che la Russia avrebbe preso il controllo dell’Ucraina entro poche settimane e di Kiev entro pochi giorni. Ma questo non è accaduto: gli ucraini hanno liberato il 50% del territorio che la Russia occupava all’inizio della guerra, sono stati in grado di effettuare con successo attacchi profondi contro diversi obiettivi militari dietro le linee russe, e sono stati in grado di aprire un corridoio nel Mar Nero affondando molte navi russe’.
‘Si tratta di risultati militari significativi ottenuti dalle forze armate ucraine, supportate dagli alleati della Nato con forniture militari e munizioni. Quindi, se gli alleati della Nato forniranno ciò che dovremmo fornire, allora ho davvero sono che gli ucraini saranno in grado di ottenere nuovi risultati. E questo è il motivo per cui dobbiamo fare di più, per questo gli alleati devono andare più in fondo e fornire più supporto militare e più rapidamente, e per questo abbiamo anche bisogno di strutture più forti e robuste per il lungo periodo’ per pianificare l’assistenza militare all’Ucraina, ha concluso il segretario generale della Nato.
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