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REGGIO CALABRIA – Nel percorso di conoscenza delle vittime innocenti delle mafie, volevano conoscere la storia di Domenico Gabriele, il bambino di 11 anni ucciso a Crotone dalla ‘ndrangheta. E Mimmo Nasone dell’associazione “Libera” ha raccontato agli alunni della quarta e quinta classe della scuola primaria Radice Alighieri di Catona, di quanto la vita di Dodò fosse uguale alla loro prima di quel 25 giugno del 2009, quando fu colpito da un proiettile destinato ad altri, mentre giocava a calcio.

Fu suo padre Giovanni a soccorrerlo e dopo due interventi chirurgici e tre mesi di ricovero, il piccolo cuore di Dodò cessò di battere. Per suo padre Giovanni e la madre Francesca fu come precipitare nel vuoto. Dodò era il loro unico figlio e fino a quel momento avevano vissuto unicamente per realizzare i suoi desideri e accompagnarlo nel suo percorso di crescita. Non fu facile ricominciare a vivere senza di lui, ma trovarono la forza di farlo trasformando il loro dolore in impegno, incontrando tanti ragazzi nelle scuole per raccontare chi era Dodò, il loro bambino morto ingiustamente.

I piccoli studenti di Catona, dopo la testimonianza di Nasone, hanno potuto parlare al telefono con Giovanni Gabriele e alla fine dell’incontro hanno espresso la volontà di scrivere al sindaco di Reggio Calabria per chiedergli di intitolare una via del quartiere a Dodò Gabriele.

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