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Roma, 21 mar. (askanews) – Resta alta la tensione in Confindustria. La corsa per la presidenza continua ad essere oggetto di polemiche e discussioni. Nella riunione del consiglio generale, al gran completo come non si vedeva da tempo, i due candidati in pista, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, hanno presentato i propri programmi in vista del voto di designazione del 4 aprile. Seduto in platea ad ascoltarli, nell’auditorium di viale della Tecnica, il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, candidato escluso dalla competizione. Gozzi sostiene di essere stato estromesso per una “scelta politica”, ribadisce di avere il 25% delle preferenze e non esclude un ricorso alla magistratura per far valere le sue ragioni.
Quello che emerge dalla relazione dei saggi è però un quadro con numeri diversi. Rivolgendosi ai membri del consiglio generale, Andrea Moltrasio, uno dei tre saggi della commissione di designazione, ha spiegato i motivi dell’esclusione di Gozzi: “i voti assembleari, riferiti al candidato, regolarmente esercitabili alla chiusura delle consultazioni erano pari al 13,36%. Inoltre nell’ipotesi, peraltro non percorribile, di accettare le richieste di acquisizione di delibere, non solo tardive ma anche formalmente non idonee, la percentuale in esame non si attestava oltre il 15,94%”. E ancora: “gli appoggi raccolti nelle audizioni da parte dei componenti del consiglio generale erano significativamente distaccati dai livelli riportati dai due candidati ammessi e, ancor più in dettaglio, inferiori alla metà degli appoggi riferiti al candidato con maggiore consenso”. In sostanza la percentuale di gradimento riscontrata per Gozzi, nel corso delle consultazioni con la base associativa, sarebbe lontana da quel 20% di consensi assembleari che, per statuto, comporta l’ammissione di diritto al voto.
Garrone e Orsini, invece, possono contare su un gradimento superiore a quella soglia.
Al di là dei numeri, poi, quello su cui hanno insistito i saggi è il “rispetto attento delle regole” e “l’adesione a comportamenti coerenti e conseguenti”. Chiaro il messaggio lanciato: “giuste o sbagliate che siano, le regole sono da rispettare; in altra sede si propongano i cambiamenti desiderati”.
Nei giorni scorsi Gozzi ha chiesto ai probiviri di Confindustria, con una lettera di sei pagine firmata anche in veste di presidente di Federacciai, la riammissione alla corsa “nell’interesse generale della Confederazione”. La richiesta non è stata però accolta. Al termine del consiglio generale di oggi Gozzi ha spiegato ai giornalisti: “vedremo quali sono le motivazioni, useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto, quanto quello di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste settimane, in questi mesi”. E su un possibile ricorso alla magistratura, ha detto: “Vedremo. Adesso non mi chiedete di più di quello che vi ho detto, quello che vi poteva dire però ho detto. Vediamo, vediamo”.
Da registrare, infine, l’intervento del past president di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. “Ho sempre pensato che in Confindustria debbano candidarsi imprenditori per servire il mondo dell’industria con spirito di servizio, e non per servirsene”, ha sottolineato rammaricandosi di aver assistito “a comportamenti e iniziative fuori dalle regole statutarie, mai accadute prima in tutta la storia della confederazione. Ho visto tentativi di delegittimare i saggi che hanno invece fatto un ottimo lavoro”.
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