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Abbraccio tra Don Ciotti e Decaro, sindaco di Bari

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Don Ciotti: «È gentiluomo». Sostegno a Decaro dopo l’annuncio della commissione d’accesso al Comune di Bari, in piazza sabato 23 marzo.


BARI- Un abbraccio forte e significativo tra don Luigi Ciotti e il sindaco di Bari Antonio Decaro, è avvenuto questa mattina, 21 marzo 2024, a Roma durante la manifestazione di Libera contro le mafie. Un gesto che assume un valore ancora più importante alla luce dell’annuncio di ieri da parte di Decaro, -visibilmente commosso – dell’arrivo della commissione di accesso presso il Comune di Bari. «È la tua vita che parla», ha detto oggi il sacerdote antimafia al sindaco. Definendo Decaro «un galantuomo che ha lottato sempre contro le mafie. Occhio alle speculazioni perché c’è sempre chi deve speculare e approfittare, cavalcare. Tocca a noi difendere gli onesti», ha aggiunto. Il sindaco Decaro, che dal 2016 vive sotto scorta per le minacce ricevute dai clan, è stato alla testa del corteo con don Luigi Ciotti.
Intanto Cgil e dal Pd pugliese a sostegno proprio dell’amministrazione di Decaro hanno annunciato una manifestazione “Bari non si tocca”. La manifestazione cittadina si svolgerà sabato 23 marzo, alle ore 10:30 in piazza Ferrarese a Bari.

DECARO E LA COMMISSIONE DI ACCESSO A BARI

Ieri, sui social, Decaro ha annunciato: «il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune».

Una decisione quella del ministro dell’Interno che per il sindaco è «un atto di guerra nei confronti della città di Bari». Spiegando come l’arrivo della commissione di accesso «un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese. Tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra».

Il sindaco di Bari ha quindi annunciato che martedì, 19 marzo 2024, alle ore 12 ha consegnato «come mi era stato richiesto» un voluminoso dossier. Un atto «composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, contenente le attività svolte dal Comune contro la criminalità organizzata in questi anni. È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della Commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. Ha avuto dunque più valore la pressione politica del centrodestra barese che fatti, denunce, documenti, testimonianze. Si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che va contro la città, contro i cittadini perbene, contro il sindaco».
Annunciando che «a questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto. Non assisterò in silenzio a questa operazione di inversione della verità e di distruzione della reputazione di una amministrazione sana e di un’intera città». Concludendo: «se gli uffici del Ministero non hanno ritenuto di leggere le carte che ho consegnato, le farò leggere ai cittadini. E come ho sempre fatto, lascerò che siano loro a giudicare».

IL MINISTRO: «ATTO DOVUTO»

Dal canto suo, il numero uno del Viminale, il ministro Matteo Piantedosi, ha evidenziato che la nomina della commissione di accesso è un atto «reso necessario». Ricordando l’inchiesta giudiziaria del 26 febbraio scorso quando, le indagini della Direzione distrettuale antimafia hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 130 persone. In quell’indagine venne coinvolta una consigliera comunale eletta col centrodestra, Maria Carmen Lorusso (ai domiciliari), mentre è stata disposta la misura carceraria per suo marito l’avvocato Giacomo Olivieri. «Questo accesso ispettivo – ricorda Piantedosi- non necessariamente è pregiudizialmente finalizzato a uno scioglimento».

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