Un suggestivo scorcio della costa di Maratea
4 minuti per la letturaIl silenzio di Pittella che ha ignorato due lettere per avviare l’importante opera: il progetto potrebbe creare occupazione e attrarre turisti non solo nella «perla del Tirreno»
MARATEA – Nella terra che si bea di avere due coste (oltre a parchi naturalistici e un ricco patrimonio storico-artistico e archeologico), la Regione si dimostra sorda a progetti di tutela e valorizzazione della biodiversità. È il caso della promenade – unica nel suo genere in Basilicata e forse con pochi simili al Sud – pensata dall’economista lucano Nino D’Agostino per Maratea: la creazione di un orto botanico e di annesse molteplici passeggiate botaniche lungo la costa della “perla del Tirreno”, un progetto che secondo l’ideatore tutelerebbe per i prossimi secoli un’area tra le più belle del Mezzogiorno, in aggiunta alle grandi ricadute economiche ed occupazionali che avrebbe.
D’Agostino ha recapitato ormai due mesi fa – in particolare il 4 e il 10 gennaio scorsi – altrettante lettere al presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, per proporgli l’idea. Una doppia missiva che ancora attende risposta.
UN’IDEA DI 30 ANNI FA Metto piede quasi stabilmente a Maratea nel 1987, dove mi sento sia pure informalmente cittadino locale e inopinatamente vengo invitato a cena dal conte Rivetti. Allora ero vice-presidente dell’Esab e scopro che come ente eravamo (lo siamo tutt’ora, per la verità) comproprietari con Rivetti della piana di Castrocucco. In base a tale presupposto, il conte mi chiede di attivarmi per finanziare il progetto di cui sopra. Resto affascinato dell’idea, ne parlo con l’allora presidente, sen.Decio Scardaccione che condivide subito l’iniziativa e facciamo destinare all’Esab 50 milioni di vecchie lire per elaborare un progetto di massima, uno strumento cioè che ci poteva consentire di prospettare in modo plastico l’idea agli organismo competenti, come dire con carte alla mano (Nino D’Agostino, 4 gennaio 2017)
Queste le premesse. D’Agostino racconta che «gli unici tecnici che valutarono positivamente l’intervento furono il direttore dell’orto botanico di Napoli, prof. De Luca, da me coinvolto, che fece notare che si potevano investire anche alcune aree interne del lagonegrese dove sussistono preesistenze floristiche importanti che si trovano soltanto in Cile, raccordandole con l’orto in questione e alcuni professori di scienze forestali dell’Unibas».
DALLA POLITICA SOLO PROMESSE Col comune amico, Mario di Trani, allora sindaco di Maratea, cercammo di convincere i vari presidenti della Regione a interessarsi del problema, ricevendone al massimo generiche quanto improbabili promesse. Il progetto giace nei cassetti della regione e del comune. Ho cercato invano di inserirlo nel piano decennale di forestazione cosiddetta produttiva, attraverso uno studio da me elaborato, su incarico dell’Eni, sollecitato dall’allora presidente De Filippo, finalizzato a razionalizzare l’attività di forestazione. Ma invano. Con questa lettera mi auguro di avere migliore fortuna (Nino D’Agostino, 4 gennaio 2017)
Non sono da sottovalutare le ricadute occupazioni del progetto: «Ho verificato – scrive D’Agostino, specificando la gratuità del proprio impegno e sollecitando il coinvolgimento di altri Comuni – che nell’area vi sono circa 500 operai della forestale e delle vie blu che potrebbero essere utilizzati nella costruzione dell’orto e delle passeggiate botaniche come dire senza ulteriore spesa pubblica, anzi facendo un lavoro di grande utilità con effetti professionali successivi molto importanti».
GLI ESEMPI ILLUSTRI E LE PROSPETTIVE Sarebbe un grande attrattore turistico, consentendo facilmente un allungamento della stagione turistica. Nelle principali località turistiche del pianeta sono presenti gli orti botanici (Rio de Janeiro, Montecarlo, ecc.). Hanno valenza non soltanto turistica, ma anche scientifica e soprattutto come mezzo per tutelare per secoli un territorio. In soldoni, riusciresti a fare ciò che gli inglesi fecero sulla costa ligure, vedi i Giardini Botanici Hambury, partendo da villa Nitti. Sulla fattibilità qualche brevissima considerazione riservandomi di approfondirla con te, se vorrai: oggi c’è in sede Ue molta attenzione per i fatti paesaggistici, in ogni caso già ci sono molti rivoli di finanziamento che si potrebbero accorpare in un unico disegno (Nino D’Agostino, 4 gennaio 2017)
Cambiano i presidenti, non cambia l’atteggiamento della massima istituzione politica della regione. «Non tutti i mali (la mancata risposta) vengono per nuocere – commenta oggi D’Agostino –: rendere di dominio pubblico il progetto può consentire alle istituzioni interessate (Ente Regione, forze politiche, associazioni ambientaliste, sindacali) di valutarne la portata ed aprire un dibattito su di esso per approdare sperabilmente alla sua realizzazione».
CIÒ CHE CONTA È ATTUARE L’OPERA Caro Marcello, il sindaco di Maratea, immagino a seguito della lettera che ti ho inviato a dicembre, ti ha portato il progetto di massima dell’orto e delle passeggiate botaniche della costa tirrenica. Ciò mi conforta: è evidente che hai preso in considerazione la cosa e che ti sei attivato per acquisire un parere da qualche tecnico di tua fiducia, prima di valutare il da farsi. (…). Se hai qualche remora sulla mia partecipazione, ancorché gratuita, ritieni il problema già superato. Posso tranquillamente farmi da parte. Ciò che conta è attuare l’opera. Capisco che talvolta le mie critiche che investono la tua persona, la Giunta che presiedi, e più in generale l’intera classe dirigente, possono dar luogo a risentimenti, fraintendimenti, interpretazioni che sicuramente vanno al di là delle mie intenzioni e del mio impegno civile per la nostra regione. La critica e la proposta sono elementi essenziali in una società dinamica. Saperne cogliere gli aspetti positivi è un modo essenziale per andare avanti (Nino D’Agostino, 10 gennaio 2017).
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