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Roma, 20 mar. (askanews) – Tassi di interesse ancora fermi al 5,25%-5,50% negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha ritoccato al rialzo le previsioni di crescita economica e, marginalmente, anche quelle di inflazione sul prossimo anno, ora attesa al 2,2% (appena sopra il livello obiettivo del 2%). L’aggiornamento previsionale conteneva anche l’ultimo grafico sulle aspettative che i componenti dello stesso direttorio (il Fomc) hanno sul futuro dei tassi: l’attesa prevalente resta quella di 75 punti base complessivi in meno nel corso corso di quest’anno.

Nella conferenza stampa esplicativa, il presidente Jerome Powell ha dovuto far ricorso a un certo equilibrismo per districarsi tra le domande che volevano portarlo a dare indicazioni più esplicite sulla tempistica del primo taglio dei tassi.

“Sarà probabilmente appropriato a un certo punto quest’anno – ha detto -. Siamo in una situazione in cui se allentiamo troppo o troppo presto possiamo vedere l’inflazione tornare. Mentre se lo facciamo troppo tardi rischiamo di fare danni inutili al mercato lavoro. Dobbiamo contenere i rischi su entrambi i lati”.

Wall Street ha reagito agli sviluppi con rialzi, mentre il dollaro ha mostrato un netto calo con l’euro repentinamente risalito sopra quota 1,09 sul biglietto verde.

In generale il direttorio “vuole vedere più dati che ci diano più fiducia sul fatto che l’inflazione sta calando in maniera sostenibile e non lo vediamo nei dati finora. Ma se ad esempio ci fossero indebolimenti significativi nel mercato del lavoro potrebbe essere un segno per iniziare” i tagli dei tassi.

I dati dell’inflazione di fondo di gennaio “sono stati molto alti, potrebbero esserci effetti stagionali. I dati di febbraio sono stati alti e sopra le attese, ma non terribilmente alti. Ci hanno dato ragione sul nostro approccio prudente – ha rivendicato Powell -. Comunque non hanno cambiato il quadro complessivo dell’inflazione orientata al calo”.

Pur evitando di sbilanciarsi a fare previsioni sulle future decisioni, incalzato sulla possibilità che la Fed possa decidere di tagliare i tassi al direttorio di maggio, piuttosto che a quello di giugno, il presidente ha lanciato segnali che sembrano escludere la prima ipotesi, senza confermare la seconda.

Invece, la Fed intende discutere e decidere “piuttosto presto” un rallentamento della manovra di dismissioni di titoli pubblici e di emittenti private del suo Bilancio. L’obiettivo è evitare che si creino tensioni o possibili frizioni sulle liquidità, che potrebbero costringerla a interrompere la manovra di riduzione della mole del bilancio e, ha spiegato Powell, poi diventerebbe più difficile riavviarla.

Infine, Powell ha affermato in modo molto netto che la Banca centrale Usa non sta preparando un dollaro digitale. Non sarebbe nemmeno possibile in assenza di una legge specifica in tal senso da parte del Congresso e “siamo semplicemente molto lontani da tutto questo”, ha detto il presidente.

“Quello che stiamo cercando di fare è tenerci al passo degli sviluppi più avanzati nel settore, nell’ambito del quadro generale dei sistemi di pagamento. Ma è sbagliato dire che stiamo lavorando a una valuta digitale della banca centrale. Non lo stiamo facendo – ha detto – e io personalmente non ho raggiunto una opinione sul fatto che sia opportuno per gli Usa farlo o meno”.

Questa linea molto cauta dell’istituzione statunitense sull’ipotesi di un dollaro digitale, su cui vi sono diffuse ostilità tra i Repubblicani al Congresso, si distanzia da quella della Bce, che sta invece portando avanti i preparativi per un possibile euro digitale.

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