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Roma, 20 mar. (askanews) – “Confartigianato Cinema e Audiovisivo, Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani e PMI Cinema Indipendente esprimono profonda preoccupazione per il futuro delle produzioni audiovisive e cinematografiche indipendenti a fronte delle disposizioni contenute nella riforma del TUSMA (Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi), in esame in questi giorni in Parlamento”. E’ quanto si legge in una nota.
“Nella sua attuale formulazione, infatti, la riforma contempla una revisione profondamente peggiorativa del sistema di quote di investimento, con una riduzione per Broadcaster e 0TT degli obblighi a investire in film, serie e documentari italiani: un indirizzo in decisa controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto dei Paesi europei – prosegue la missiva – in cui le quote di riserva sono invece ritenute uno strumento prezioso per correggere il disequilibrio tra big player e il mondo delle piccole e medie imprese nazionali di produzione indipendente.
L’abbattimento delle quote d’investimento obbligatorie, così come la mancata regolazione delle finestre di sfruttamento e del mercato Theatrical, infatti, rischiano di generare uno tsunami per l’intera filiera, con ripercussioni non soltanto economiche ma anche sociali incalcolabili”.
“Se approvate così come sono, le modifiche normative rafforzerebbero ulteriormente la posizione dominante dei giganti del settore generando un effetto devastante a carico dell’industria cinematografica e audiovisiva italiana, che, negli ultimi anni ha mostrato tutta la sua vitalità e capacità anche sui mercati internazionali. C’è grande amarezza – continua – perché queste scelte, così come quelle sulla revisione del tax credit, arrivano da un Governo che in altri ambiti ha prestato grande attenzione al tema della difesa delle imprese e del Made in Italy e che, con riferimento a questa industria, continua a fare scelte esattamente opposte. La direzione dovrebbe invece essere nel senso del rafforzamento del sistema di quote e sotto-quote introducendo le sotto-quote per i documentari e confermando quelle per l’animazione), la cui funzione è proprio quella di correggere le asimmetrie di un mercato di per sé estremamente squilibrato. C.Confartigianato Cinema e Audiovisivo, Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani e PMI Cinema Indipendente in piena autonomia – concludono – hanno già presentato numerose proposte migliorative e continueranno a interloquire con il Governo e con tutte le forze parlamentari affinché si possa correggere il tiro ed evitare la chiusura di migliaia di piccole imprese del settore, che rappresentano nel Paese e nel mondo la creatività e l’identità culturale italiana”.
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