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Roma, 7 mar. (askanews) – La Banca centrale europea ha ancora una volta confermato i livelli dei tassi di interesse nell’area euro. Ma al tempo stesso ha rivisto consistentemente al ribasso le sue previsioni di inflazione. E se il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo non reca novità di rilievo rispetto alla posizione mantenuta finora – i tassi devono restare restrittivi “tutto il tempo necessario” – nella conferenza stampa a seguito della riunione, la presidente Christine Lagarde ha lanciato un messaggio abbastanza chiaro.

“Siamo in un processo disinflazionistico e facciamo buoni progressi”. Sul ritorno dell’inflazione al valore obiettivo del 2% della Bce “siamo più fiduciosi, ma non ancora abbastanza” (per un taglio dei tassi-ndr). “Chiaramente abbiamo bisogno di più dati e sappiamo questi verranno nei prossimi pochi mesi, sapremo un po’ di più ad aprile ma sapremo molto di più a giugno”, ha detto.

Una evidente apertura alla possibilità di operare un primo taglio dei tassi in quel mese, che del resto da tempo è l’ipotesi dominante tra gli analisti.

Intanto i tecnici della Bce hanno consistemente rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area euro. Ora indicano una media del 2,3% sul 2024, 2% nel 2025 e 1,9% nel 2026. Per la crescita hanno tagliato la stima 2024 allo 0,6%, mentre hanno confermato all’1,5% l’attesa di espansione del Pil nel 2025 e ritoccato al rialzo, all’1,6% quella sul 2026.

In occasione del direttorio di giugno queste previsioni verranno nuovamente aggiornate.

Oggi “non abbiamo discusso di tagli ai tassi – ha voluto puntualizzare Lagarde – abbiamo appena iniziato a discutere la moderazione (dial back)” della linea monetaria restrittiva.

La presidente, peraltro, ha evitato di sbilanciarsi in qualunque previsione o dichiarazione sulla portata o il ritmo della futura parziale riduzione del freno monetario. “Siamo ancora nella stagione del ‘mantenere’, ci muoveremo nella stagione dell’allentamento e poi nella stagione della normalizzazione. Se questa è la definizione di graduale, così sia. Ma non mi impegnerei in alcun tipo di ritmo o ordine di grandezza – ha avvertito – perché continueremo a essere legati ai dati e a osservare come si evolvono l’economia, i mercati, le buste paga e l’impatto del finanziamento sull’economia”.

I livelli di riferimento sui tassi dell’area valutaria restano così 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali, 4% sui depositi presso la stessa banca centrale e 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Dopo alcuni indebolimenti, l’euro ha invertito la rotta ed è tornato a salire nettamente, a 1,0938 dollari in serata si attesta ai massimi da quasi due mesi. (di Roberto Vozzi).

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