La piscina sequestrata nell’ambito dell’inchiesta
2 minuti per la letturaLA CORTE d’Appello di Catanzaro ha dichiarato prescritti i reati per i quali nel luglio 2021 il Tribunale penale di Crotone aveva disposto cinque condanne e un’assoluzione nel processo sul contestatissimo Marine Park Village, sequestrato tre volte dalla Procura nell’incantevole località Scifo, in piena area marina protetta Capo Rizzuto e a due passi dalla colonna magnogreca simbolo della città di Pitagora. La Corte presieduta da Alessandro Bravin non ha potuto far altro che rilevare la prescrizione, così come aveva fatto il sostituto procuratore generale Roberto Amorosi. In primo grado, condanne a due anni e sei mesi di reclusione ciascuno erano state disposte per Elisabetta Dominijanni, dirigente del settore Urbanistica del Comune, e per Gaetano Stabile, responsabile del procedimento; un anno e sei mesi di arresto per gli imprenditori Armando Scalise e Salvatore Scalise e per il progettista Gioacchino Buonaccorsi.
In primo grado fu assolto Mario Pagano, ex soprintendente archeologico e paesaggistico per le province di Catanzaro, Crotone e Cosenza, accusato di falso, che nel processo d’appello era pertanto uscito di scena. Resta in piedi la condanna al risarcimento dei danni in favore delle parti civili Comune e Legambiente, ma anche la confisca dei terreni e delle opere e il ripristino dello stato dei luoghi a carico degli Scalise e di Buonaccorsi. Si era già prescritta in primo grado l’ipotesi di abuso d’ufficio di cui Dominijanni e Stabile rispondevano per il rilascio del permesso di costruire del Comune nel dicembre 2011 in violazione di varie norme, ma non quella connessa alla proroga a fronte di un’istruttoria assente. Perché gli Scalise non erano imprenditori agricoli e avrebbero falsamente attestato la disponibilità dei terreni. Nonostante la destinazione agrituristica, avrebbero realizzato un intervento edilizio che «non presentava alcun nesso con l’eventuale conduzione agricola del fondo» e nel progetto nulla si diceva sulla realizzazione di 79 bungalow del Marine Park Village.
Estinta anche l’accusa alterazione delle bellezze naturali di un’area sottoposta a duplice vincolo tutorio sotto il profilo ambientale e in zona d’interesse archeologico. Agli Scalise e a Buonaccorsi era contestato anche lo scavo a servizio della piscina e del bungalow da adibire a ristorante in difformità rispetto al nullaosta archeologico dell’aprile 2009. Il solo Salvatore Scalise era accusato di aver indotto in errore il pubblico ufficiale che gli ha rilasciato il famigerato certificato di imprenditore agricolo, ma quest’accusa è ormai prescritta. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Mario Nigro, Domenico Grande Aracri, Antonio Scalzi, Giovanni Allevato, Mario Lucente.
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