L'area di Punta Scifo
1 minuto per la letturaCROTONE – Si allarga l’indagine sul sequestro dell’area di Punta Scifo per la realizzazione di una struttura turistica ricettiva nei pressi dell’area archeologica (LEGGI LA NOTIZIA). L’inchiesta coinvolge anche i funzionari pubblici. Quelli che avrebbero potuto fermare tramite l’esercizio delle proprie funzioni la costruzione del mega villaggio a due passi dal parco archeologico di capo colonna in un area sottoposta a più vincoli. Il cantiere è stato nuovamente sequestrato, per la terza volta dal 2014 ad oggi. Ma ora gli indagati sono otto, e non più solo i fratelli Armando e Salvatore Scalise.
A loro si aggiungono Elisabetta Dominijanni, ex dirigente settore Urbanistica del Comune di Crotone e Gaetano Stabile responsabile del procedimento; Pasquale Lopetrone, funzionario della Soprintendenza e lo stesso soprintendente Mario Pagano; Giuseppe Germinara, dirigente della Provincia di Crotone; Gioacchino Bonaccorsi, direttore dei lavori.
Il Marine Park Village è sulla carta un camping agrituristico, ma nei fatti un progetto di ben più forte impatto, come di mostrano le opere in corso di realizzazione, a partire dalla piscina. Gli scavi nel terreno dovevano avvenire in presenza di un archeologo, invece negli ultimi giorni la Procura di Crotone si è accorta che si scavava anche di notte e senza rispettare la prescrizione. Perché? Così è scattato il decreto di sequestro preventivo d’urgenza del cantiere.
Tutti i dettagli dell’ indagine in corso sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia,e dal sostituto Gaetano Bono titolare del fascicolo.
“Stiamo lavorando affinché sia fermata la rapina di questo territorio, di bellezze naturali piuttosto che reperti archeologici” ha dichiarato Capoccia. I reati contestati a vario titolo: lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio, falso.
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