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Barcellona, 28 feb. (askanews) – Il World Mobile Congress di Barcellona, come tutte le grandi fiere tecnologiche, è anche l’occasione per ragionare su scenari e previsioni sul futuro delle nostre vite, sempre più legate alle soluzioni digitali. Per questo abbiamo provato a chiedere ad alcuni protagonisti di parlarci della visione delle grandi compagnie globali.

“Tutto quello che vedete qui a Barcellona – ha detto ad askanews Thomas Ma, General manager di Xiaomi Italia – rappresenta la nostra idea del futuro: abbiamo la forza di offrire soluzioni per tutto ciò che sta intorno alle persone, con la nostra strategia Humans x Car x Home: vogliamo offrire tutto quello di cui la gente ha bisogno in termini di trasporti e abitazione, ma anche di lavoro e di comunicazione. E vogliano farlo usando la tecnologia che abbiamo sviluppato noi: investiamo più del 10% delle nostre revenue in Ricerca e Sviluppo. Quindi nel futuro vedrete un’azienda fortemente leader nella tecnologia”.

La telefonia è al centro del MWC, ma, come chiaramente si percepisce, lo smartphone assume una connotazione sempre più ampia, diventa il vettore per altre innovazioni e altre prospettive. E i prossimi anni si annunciano, una volta di più, anni di rapidi cambiamenti.

“Tutta l’industry – ci ha spiegato Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola Italia – ci sta dicendo che si punterà sempre di più sul software e che davvero l’intelligenza artificiale, che fino a poco tempo fa potrà sembrare una label, è qualcosa che sta cambiando anche la fruizione dei contenuti, ma anche il modo in cui si vivranno i dispositivi. Si andrà sempre più verso la maggiore importanza del software rispetto all’hardware, che sicuramente rimarrà centrale, ma che verrà razionalizzato. Questo permetterà di dare agli utenti delle funzioni diverse, innovative e utili soprattutto e farà in modo anche che l’industry si focalizzerà su altri tipi di business. Cioè le revenue non verranno fatte soltanto dai prodotti, ma anche dai servizi che saranno compenetrati”.

La sensazione, qui a Barcellona, è quella di essere all’interno della frangia più dinamica del capitalismo contemporaneo, quella più visibile quantomeno. Ma si percepisce anche che l’avvento sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale ci colloca sul confine di un cambiamento di cui ancora non tutti i contorni sono stati delineati. E questo significa ovviamente opportunità, ma anche possibili preoccupazioni.

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