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Roma, 27 feb. (askanews) – Il Pd prova a cavalcare l’onda del successo in Sardegna, la vittoria insperata di Alessandra Todde ridà slancio ai democratici che cercano da tempo di convincere M5s ad una alleanza stabile ma per capire quanta strada ancora ci sia da fare basta confrontare i ‘post’ che pubblicano Elly Schlein e Giuseppe Conte sui social network. Se la leader Pd mostra una foto in cui è insieme a leader 5 stelle e alla Tode, l’ex premier non si ‘ricorda’ mai dell’alleata, negli scatti compare da solo o a fianco della neo-presidente della Sardegna.
Due visioni diverse che permangono e non a caso la Schlein prova subito a rilanciare: “E’ una bella vittoria dei sardi, di Alessandra (Todde, ndr) e poi di tutta la coalizione. E’ stata una bella vittoria di squadra”, dice la leader democratica in Tv e praticamente in ogni occasione pubblica. “Adesso si continua, testardamente unitari, perché uniti si vince”, aggiunge.

Ma la leader Pd è solo la prima voce di un coro che si leva praticamente da tutto il partito, persino dalla minoranza che pure non è entusiasta di una prospettiva di abbraccio esclusivo con M5s. Anche il padre nobile del Pd Romano Prodi interviene per dire che “Il centro-sinistra più si unisce, più vince, non c’è niente fare”, ma davvero tutti i democratici si fanno sentire.

Per Nicola Zingaretti “essere uniti non vuol dire automaticamente vincere ma andare divisi vuol dire automaticamente perdere”.
Soprattutto, aggiunge, “è un fatto politico da cui deriva il dovere di provarci: contenuti chiari, cultura unitaria. Come sta facendo il Pd con Elly Schelin”. Giuseppe Provenzano dice “viva Alessandra Todde e il Pd, primo partito che lavora per l’unità”.
Francesco Boccia sottolinea che “in Sardegna abbiamo provato a costruire uno schieramento grande e non siamo noi che ci siamo sottratti. Il Pd continuerà a lavorare in questa direzione”.
Pierluigi Bersani annuncia uno “squillo di tromba” che è arrivato con il voto sardo e aggiunge: “Adesso, tutti in Abruzzo!”.

Abruzzo dove il campo è proprio largo, perché a sostegno del candidato Luciano D’Amico ci sono tutti, da M5s fino a Italia viva. E questo è il modello a cui guarda la minoranza, da Stefano Bonaccini a Lorenzo Guerini. Archiviati i malumori per le mancate primarie in Sardegna adesso tutti – a cominciare dal presidente Pd – festeggiano la vittoria e riconoscono alla Schlein il merito del successo. Le polemiche sul terzo mandato finiscono nel cassetto, almeno per ora, ma il timore di ‘Energia popolare’ è proprio quello rapporto quasi esclusivo Pd-M5s e non a caso Guerini fa appello anche ai centristi, chiede che capiscano l’importanza di schierarsi con il centrosinistra e che abbandonino le velleità terzopoliste.

Una richiesta che da un lato è dettata da una preoccupazione politica, quella appunto di un Pd che guarda solo verso sinistra, ma dall’altra è imposta dall’aritmetica, perché anche il voto sardo – se si guardano le liste e non solo il risultato della Todde – conferma che tra centrosinistra e centrodestra c’è ancora uno divario importante. In Sardegna è stata la neo-presidente a colmarlo, raccogliendo 43mila voti in più rispetto alla somma dei partiti che la sostenevano. Ma non ci sarà sempre una Todde a coprire il distacco, per essere competitivi con la destra servono molti più voti di quelli che possono allo stato raccogliere Pd, M5s e Verdi-Sinistra.

Un tema che hanno ben chiaro in realtà anche i dirigenti che sostengono la segretaria. “Ma avremo modo di occuparcene”, dice un esponente della segreteria. “Intanto Calenda ha aperto”, fa notare. Un’apertura salutata dalla Schlein come “positiva”. Ma in prospettiva, aggiunge l’esponente della segreteria, “se il centro non riuscisse a organizzarsi come un soggetto in grado di raccogliere i consensi più moderati, potremmo essere noi del Pd a farloà”. Un po una riedizione della vocazione maggioritaria, ma che verrebbe attuata a tempo debito, dopo aver intanto consolidato il voto più tradizionalmente di sinistra. E come dice sorridendo un altro dirigente ‘schleiniano’, “va a finire che la vocazione maggioritaria la facciamo noi senza annunciarla”.

Ci sarà tempo per questi ragionamenti, la segretaria per ora si gode la vittoria: “Non potevo trovare un modo migliore di festeggiare un anno di segreteria. E’ passato un anno dalle primarie. E’ la dimostrazione che la direzione intrapresa un anno fa è quella giusta”.

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