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Le sorprese dell’economia, la Borsa italiana è la seconda al mondo negli ultimi 5 anni, prima assoluta se si vede l’andamento più recente


Forse pochi sanno che da qualche anno a questa parte la Borsa italiana è fra le regine delle Borse mondiali. All’inizio del 2024 (vedi “Il Quotidiano del Sud” del 7 gennaio) avevamo fatto un confronto fra gli andamenti del MIB italiano e quelli dello S&P500 Usa, mettendoci dentro anche, per buona misura, il bene rifugio per eccellenza, l’oro (denominazione, sia detto per inciso, quanto mai immeritata). Passati quasi tre mesi vediamo di rivisitare quella comparazione, mettendoci dentro più Borse, e cambiando anche le date del confronto.
I dati di presentati nel grafico del 7 gennaio prendevano, come base di partenza, il 23 febbraio 2022, il giorno prima della sciagurata invasione russa in Ucraina. Qui, per rendere il confronto più convincente, presentiamo due grafici con due più distanti basi di partenza: dal gennaio 2019 (cioè dall’anno precedente la pandemia) a oggi, e dall’ottobre 2021 (cioè qualche mese prima della guerra in Ucraina) a oggi.

Il confronto, come detto, è allargato a più mercati azionari: oltre al MIB e allo S&P500 abbiamo messo dentro anche il DAX tedesco, l’EUR 50 dell’Eurozona (che ha dentro circa sei italiane – il numero esatto dipende da come trattiamo le imprese italiane acquartierate in Olanda), l’indice MOEX russo e lo SSE cinese (questa volta abbiamo lasciato fuori l’oro, per non appesantire il grafico, ma le conclusioni di cui sotto rimarrebbero immutate anche se includessimo l’oro).
Ambedue i grafici partono dall’ottobre 2021, ma il primo mostra gli indici con base gennaio 2029=100, mentre il secondo prende a base l’ottobre 2021. Nel primo grafico si vede come, da cinque anni e passa a questa parte, la Borsa italiana (linea blu) si situata a un più che onorevole secondo posto nella Hit Parade dei mercati azionari, sorpassata solo dagli Usa.

Germania ed Eurozona sono poco al di sotto dell’Italia, mentre in fondo alla classifica sono le due autocrazie, Russia e Cina (si veda anche, per un confronto borsistico democrazie/autocrazie, una recente analisi su “Il Quotidiano del Sud del 18 febbraio). Una prima riflessione va a notare come quanto siano strettamente legati gli andamenti delle Borse in Italia, Germania ed Eurozona. Sì, alla fine l’Italia ha fatto meglio in Europa, ma le differenze sono piccole.
La classifica cambia, in favore dell’Italia, se prendiamo il periodo più recente – dall’ottobre 2021 a oggi – un periodo che comprende l’invasione russa in Ucraina e lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, un periodo che, agli occhi di un economista marziano, avrebbe potuto mettere in ginocchio economie e mercati, fra inflazione, ferite alla fiducia e pericoli di estensione della guerra a Est e a Ovest.

I mercati terricoli, invece, non si sono scomposti. Sia a Est che a Ovest, a parte i casi pietosi delle autocrazie, le Borse hanno macinato record storici. Perfino il Giappone, dove il precedente massimo risaliva addirittura a fine 1989 (i prezzi folli delle attività in Giappone non si riferivano solo alle azioni – i terreni del Palazzo imperiale a Tokyo venivano stimati a più di tutto Manhattan…), le quotazioni di venerdì hanno battuto il record.

In questo secondo grafico la Borsa italiana è saldamente al primo posto, e i record di Wall Street non bastano a mettere il mercato Usa sopra quello italiano. L’abbraccio fra indici DAX, EUR 50 e MIB continua a essere stretto, ma si è divaricato in favore dell’Italia. Semmai stupisce come la Borsa tedesca, a dispetto delle chiare difficoltà dell’economia della Germania, abbia anch’essa segnato massimi storici.

Cosa possiamo concludere? Gli ottimismi delle Borse debbono sempre essere presi con un grano di sale. Come già ricordato in passato, la battuta di Paul Samuelson sulle Borse e le recessioni (“Wall Street ha previsto sette delle ultime cinque recessioni”), potrebbe essere parafrasata in “Wall Street, Milano, Francoforte, Parigi… hanno previsto sette delle ultime cinque riprese”). E già Winston Churchill, prima della Guerra, disse che “Preferirei vedere la finanza meno orgogliosa e l’industria più contenta” – ma lo disse prima di punire l’industria con una sterlina sopravvalutata, quando decise di tornare al Gold Standard… Ma in ogni caso, la contentezza dei mercati azionari – specie in Italia – fa sperare che questo 2024 possa rivelarsi migliore del previsto.


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