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Pnrr, Italia al top nella Ue. Le pagelle della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei piani di ripresa e resilienza vedono al secondo e terzo posto Spagna e Croazia
Promossi a pieni voti, l’Italia, nell’Ue, conquista il primo posto nella classifica dell’attuazione del Pnrr. Non era un risultato né semplice né scontato. Sia per le dimensioni del Piano, il più ricco in assoluto fra i Paesi europei con una dote di circa 200 miliardi. Sia per le difficoltà nella realizzazione delle riforme previste nel progetto. E invece, il nostro Paese è riuscito a smentire le più fosche previsioni. E bruciare nello sprint anche nazioni che sono solite navigare nei piani alti delle statistiche europee. Nel voluminoso rapporto di medio-termine sui Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, l’Italia è riuscita a completare 178 fra obiettivi e riforme su un totale di 527. Al secondo posto, la Spagna con 121 obiettivi su 146.
Da ricordare che la penisola iberica ha un Pnrr che vale meno della metà di quello tricolore ed è tutto a fondo perduto. Al terzo posto la Croazia, con 104 obiettivi su 372. In totale, gli obiettivi e i traguardi raggiunti dagli Stati Ue sono 1.153, di cui 632 legati alle riforme e 521 agli investimenti. Raffaele Fitto, il ministro con la delega per il Pnrr, non nasconde la sua soddisfazione. Ha trascorso gli ultimi mesi più a Bruxelles che a Roma. Ha ottenuto il pagamento di quattro rate (nessun altro Paese è riuscito a fare di più) ed è in dirittura di arrivo l’istruttoria sulla quinta.
“La valutazione della Commissione conferma che l’attuazione del Pnrr italiano va avanti con grande efficacia e rapidità e che l’Italia è prima in Europa per obiettivi, riforme e investimenti realizzati – spiega l’esponente dell’esecutivo – si tratta di un riconoscimento molto importante del lavoro di squadra fatto finora anche perché frutto di una valutazione affidata dalla Commissione ad un consorzio scientifico indipendente e di grande prestigio”.
Già nelle scorse settimane, ad attestare la buona condotta del nostro Paese sul fronte del Pnn era stata la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. “L’Italia è assolutamente in linea con la tabella di marcia per quello che riguarda l’attuazione del Pnrr. La Commissione europea ha già erogato la quarta rata alla fine di dicembre. Questo significa che la metà dei fondi del Pnrr sono stati erogati e questa è una bellissima notizia”. Loaveva fatto sapere l’alta esponente delle istituzioni europee in un punto stampa tenuto a Forlì assieme al premier Meloni. Oggi la Cabina di Regia approverà anche la relazione semestrale sulla spesa del 2023 che sarà inviata, successivamente, al Parlamento. Un trend che, secondo le prime indicazioni, dovrebbe confermare il cronoprogramma degli interventi.
Nelle comunicazione che accompagnano la recente analisi tecnica, la Commissione Europea sull’Italia evidenzia che diverse misure relative a una serie di riforme strutturali della pubblica amministrazione sono già state attuate. Si cita ad esempio la piattaforma unica. Dove amministrazioni, dipendenti e soggetti interessati ad entrare nel pubblico impiego possono trovare tutti i dati riguardanti le opportunità di lavoro nel settore pubblico. In più le modalità di accesso e la loro attuazione. “Si prevede che l’effetto di questa pubblica amministrazione, combinato con altre prossime riforme strutturali incluse nel Pnrr italiano, avrà un impatto positivo sul Pil, sugli investimenti e sui consumi aggregati, sulla produttività del lavoro”, si annota.
Nell’analisi commissionata da Bruxelles si indica che “la mancanza di capacità amministrativa è considerata uno dei principali ostacoli all’efficace attuazione degli investimenti del Recovery Fund in numerosi Stati, in particolare quelli che già si trovavano a fronteggiare bassi tassi di assorbimento dei finanziamenti europei”. In Europa i Pnrr hanno però innescato l’attuazione di importanti riforme in un’ampia gamma di settori: dal mercato del lavoro (Spagna) alla protezione sociale e pensioni (Croazia, Spagna), dalla giustizia civile e penale (Italia, Spagna, Croazia), alla pubblica amministrazione compresa la digitalizzazione fino allo sviluppo delle energie rinnovabili e all’estensione della rete 5g.
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