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Il vescovo Luigi Renzo a capo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

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MILETO – Un’immediata presa di posizione per non lasciare spazio al chiacchiericcio quella della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, guidata dal vescovo Luigi Renzo, nei confronti delle dichiarazioni del responsabile provinciale di Libera, Giuseppe Borrello, che nel presentare la Giornata regionale delle memoria che il prossimo 21 marzo si svolgerà a Vibo Valentia, ha puntato il dito anche contro i parroci accusati di ambiguità nei confronti della ‘ndrangheta. E così il responsabile diocesano per la comunicazioni sociali, mons. Gaetano Currà, ha messo mano alle penne ed ha trasmesso, a nome e per conto della diocesi, una nota con cui ha voluto mettere i classici puntini sulle “i”.

«Suscitano meraviglia ed un senso di sconcerto le dichiarazioni  del Sig. Giuseppe Borrello, Referente Provinciale dell’Associazione “Libera” – si legge nella nota – con espressioni abusate e luoghi comuni, accusa di “totale fallimento”, oltre a tutte le altre realtà istituzionali, anche la Chiesa e i suoi parroci che, a suo giudizio, “non rimangono immuni dall’onta dell’ambiguità” davanti al grave e nefasto fenomeno della ‘ndrangheta. In verità abbiamo la convinzione che la benemerita Associazione “Libera” non condivida affatto questi falsi assunti».

Nel rispondere alle accuse, la diocesi evidenzia che «il Sig. Borrello, evidentemente Ignora che l’Associazione nazionale è stata fondata da un sacerdote, come dimostra di ignorare, o vuole ignorare, che il referente regionale è stato nel passato ed è oggi un sacerdote; che il referente provinciale di Vibo fino a pochi mesi fa era un sacerdote. Ignora inoltre come l’Episcopato Calabro, soprattutto in questi ultimi 50 anni, ben oltre quindi il 1996 quando è nata Libera, si stia muovendo sia con Documenti disciplinari e di denuncia, sia con Orientamenti pastorali, per estirpare alla radice la piaga della ‘ndrangheta, “negazione del Vangelo” e quindi “religione alla rovescia”, come è stata dichiarata».

Inoltre, rispetto alla diocesi di Mileto «ignora quanto la Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea col suo vescovo Luigi Renzo si stia prodigando prima con un “Direttorio delle Feste religiose” (2009) ed a seguire con un Regolamento sulle Processioni e con “Norme per una degna celebrazione dei Sacramenti e svolgimento cristiano delle esequie” (2015) perché tutte le manifestazioni religiose siano purificate dagli elementi che ne ammorbano la natura» e ancora «ignora che, per attuare coraggiosamente queste norme, diversi parroci, contrariamente a quanto da lui affermato, stanno pagando di persona, subendo sulla pelle minacce e gravi atti intimidatori». Il testo ricorda, altresì, che stando alle sue dichiarazioni Borrello «ignora che la Diocesi, coerente con la sua missione evangelizzatrice di formare le coscienze ad una mentalità cristiana ed al rispetto delle regole della convivenza civile, da più tempo ha avviato una Scuola di formazione alla Dottrina Sociale della Chiesa anche con dibattiti di piazza e con incontri sulla tematica nelle scuole e che quest’anno il tema attivato è “La ‘ndrangheta è l’antivangelo”» e ancora «ignora che da più anni la Diocesi, col Progetto Policoro della Cei, sta favorendo tra i giovani la nascita di Cooperative di lavoro, una delle quali è proprio quella “Talità Kum” con due sacerdoti animatori, che qualche anno fa ha subito come ritorsione il taglio di “mille piante di ulivi” perchè non si è piegata all’estorsione malavitosa».

Infine riguardo la Giornata della memoria «ignora, infine, che la celebrazione della Giornata della Memoria svolta lo scorso anno a Locri è avvenuta con la partecipazione attiva della Chiesa calabrese, ben rappresentata dai suoi Vescovi e che a quella di quest’anno, da tenersi prossimamente a Vibo, il vescovo Renzo e la nostra Diocesi hanno dato piena adesione. Se questa è “ambiguità”, o connivenza».

In conclusione, dunque, la diocesi fa il suo invito a Borrello suggerendogli che «invece di fare proclami di circostanza e sparare con colpi bagnati alla ricerca forse di notorietà, farebbe bene ad informarsi e ad impegnarsi nella formazione alla vera legalità, per come hanno fatto e fanno da sempre gli amici di Libera. Per quanto ci riguarda, la nostra Chiesa locale, senza cercare visibilità esteriore e senza proclami eclatanti, opera nel silenzio con l’atteggiamento tipico della mamma che accompagna la crescita dei figli e soffre quando qualcuno si mette su strade sbagliate, facendo tutto il possibile per recuperarlo e riportarlo sulla strada giusta del rispetto delle regole e del bene comune».

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